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uomo, la sua contemplazione non esce dalle condizioni umane, forma innanzi alla fantasia, scienza innanzi all’intelletto. I Beati, adunque, parlano ed ammaestrano ed appariscono umanamente.

                                    Cosi parlar conviensi al vostro ingegno;
Perocché solo da sensato apprende
Ciò, che fa poscia d’intelletto degno.
     Per questo la Scrittura condiscende
A vostra facultate, e piedi e mano
Attribuisce a Dio, ed altro intende.

     Tu hai l’udir mortai, si come ’l viso,
Rispose a me; però qui non si canta
Per quel che Beatrice non ha riso.
     

E perché fruiscono la visione di Dio con piú o meno di chiarezza, secondo i lor meriti, il poeta passa per diversi gradi di contemplazione. La luce è quella che ritrae piú dello spirito, il quale suol essere da’ poeti manifestato con immagini tolte da quella; né altrimenti Dio stesso s’ofíerse giá alla fantasia popolare, che come emanazione di luce vivificante. L’inferno è buio di notte; il purgatorio, come la terra, riceve la luce dal Sole e dalle stelle, e queste immediatamente da Dio; sicché le anime purganti, come gli uomini, contemplano il Sole, ed in esso l’immagine piú vivace di Dio; dove gli abitatori delle sfere celesti godono l’intuizione di Dio per la luce che move da lui senza mezzo.

                                    Lume ch’a lui veder ne condiziona.      

Il paradiso è la piú spirituale manifestazione di Dio: e però di tutte le forme non rimane altro che luce, di tutti gli affetti non altro che amore, di tutt’i sentimenti non altro che beatitudine, di tutti gli atti non altro che contemplazione. Amore, beatitudine, contemplazione s’informano anch’esse di luce; gli spiriti si scaldano a’ raggi d’amore; la letizia sfavilla negli occhi e fiammeggia nel viso; e la veritá è, come in uno specchio, dipinta nel cospetto eterno.