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esposizione critica della divina commedia 38i


                                    Di ciò ti piaccia consolare alquanto
L’anima mia, che con la sua persona.
Venendo qui, è affannata tanto.
     Amor che nella mente mi ragiona,
Cominciò egli allor si dolcemente,
Che la dolcezza ancor dentro mi suona.
     

Piú che negl’individui, questo elemento lirico si manifesta ne’ gruppi, parte precipua del purgatorio: il comune affetto s’immedesima in un solo concento. Nell’inferno non vi sono cori, perché non vi è l’unitá dell’amore. L’odio è solitario: l’amore è simpatia ed armonia; ond’è che il canto e la musica, effusione del cuore gonfio e traboccante, conseguono il loro massimo effetto nella misurata varietá delle voci e degli strumenti. Né altra è qui la situazione: le anime escono dalla loro coscienza individuale, assorte in uno stesso spirito di caritá.

                                    Una parola in tutte era ed un modo,
Sí che parea tra esse ogni concordia.
     

Materia del canto sono per lo piú salmi ed inni sacri, espressione varia di dolore, di speranza, di preghiera, di letizia, di lodi al Signore. Essi sono mirabilmente acconci alle diverse situazioni. Cosi, entrando nel purgatorio come nella terra promessa, le anime cantano In exitu Israël de Ægypto; nel primo salire intuonano il Miserere; e con la stessa convenienza vi è introdotto il Salve, Regina, il Gloria in excelsis Deo, l’Agnus Dei ecc. Ma dee spiacere che il poeta, contento a citare la prima parola o il primo versetto latino delle poesie bibliche o della Chiesa, non ne abbia recate alcune per disteso in volgare, come ha fatto del Pater noster, o composte egli delle nuove, com’è nel paradiso la nobilissima preghiera di S. Bernardo e come a’ nostri di con tanta lode ha fatto il Manzoni. Epperò i suoi canti sono una vaga melodia musicale nuda della sua esplicazione, esprimenti piú il generale e l’indeterminato, che il proprio ed il successivo del sentimento; e, quando pensiamo ai salmi di David, cosí consonanti con lo stato delle anime penitenti, sentiamo tutto ciò che