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lato e ingrandito: magrezza in certe parti, in certe altre idropisia. L’individuo è falsificato in grazia del tipo; eppur questo chiamano gli estetici con superbo titolo «poesia monumentale».

La filosofia moderna, sorta da un’esagerata reazione contro il materialismo, ha molto conferito a gittare critica e poesia in questo indirizzo. Il concetto, l’ideale, l’intelligibile, l’idea platonica, il tipo, il divino, l’eterno ecc.: ecco le parole favorite della nuova poetica, che sospingono lo stesso genio ad un lavoro puramente intellettuale: poiché queste parole mostrano abbastanza, come l’attenzione è condotta piú specialmente sulle idee. Certo la poetica richiede che il tipo, il divino, l’ideale ecc. sia individuato, incarnato, che il Dio sia fatto uomo; ma questo povero individuo ci sta a pigione, ci sta unicamente come faccia del tipo. Schopenhauer, il quale sorge ora dopo lungo obblio sull’orizzonte, ora che le maggiori stelle della filosofia sono scomparse, è colui che piú logico di tutti ha portato alle sue ultime conseguenze la teorica. Il poeta secondo lui dee nell’individuo considerar solo l’essenziale, il genere di esso, e perciò sua materia sono le idee nel senso platonico, le specie delle cose, sciolte dalla loro temporanea esistenza. E perché il poeta possa salire dalle singole cose alle loro idee, dee egli medesimo sciogliersi dalla sua individualitá, obbliarsi per dir cosí come individuo ed esser genere; allora non gli si presenteranno individui, ma idee, e l’idea è ciò solo che ci è d’interessante nell’individuo. Ora la poesia è appunto il contrario; e se è la morte di qualche cosa, è la morte dell’idea, perdentesi nel particolare, fino a smarrir la coscienza di se stessa, fino ad obbliarsi. Ma nella persona tipica domina l’idea sotto apparenza d’individuo, e lo scopo poetico è raggiunto, quando il lettore in ultimo annulla l’individuo, l’apparenza, e giunge al tipo; e fosse solo il tipo! Ma data la spinta, non ci è piú ritegno, e spesso il lettore passa oltre sino all’idea di quello. Sicché in questo cammino retrivo la poesia odierna per voler troppo idealizzare va a cadere nelle forme didascalica ed allegorica, da cui è uscita la poesia dantesca. Vale a dire, in luogo del mondo vivente ci dá un mondo metaforico, nel quale l’individuo è una vuota forma, un velo, una figura, un paragone, una simulazione...