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con una serena ingenuitá cose che ti straziano. Ci è qualche cosa di tutte le foglie in questa foglia, ma ciò che la fa lei è ciò che la rende poetica; e questo non solo non mena al generale, ma lo fa dimenticare; sicché, se vogliamo guardare alle prime impressioni, dirette, immediate, che costituiscono l’impressione poetica, innanzi all’immaginazione del lettore ci sta infino all’ultimo non le foghe, non un tipo, un genere, e tanto meno l’uomo e il destino, ma una foglia e quella foglia. Esauste le prime impressioni, il lettore vi ritorna su con altra disposizione d’animo, e guarda con occhio filosofico, critico, storico quel medesimo che prima guardava con occhio poetico. Allora l’individuo si decompone; la foglia sparisce nelle foglie, e le foglie spariscono nell’uomo. Questo sparire colto nell’atto, che non è nero ancora e il bianco muore, nell’atto che il particolare non sia ancora scomparso, ma circondi come una nuvola qualche cosa di luminoso che gli passi per di dietro, è sommamente poetico, è la poesia spiritualista. La dissoluzione è qui giá incominciata, e non si arresta insino a che Orlando, Rodomonte, Don Chisciotte, Sancio Panza, Tartufo, Amleto, Lovelace, Don Giovanni, Don Abbondio, Donna Prassede rimangono puri tipi; il particolare muore, il generale sopravvive. In questo cammino dall’individuo si va al tipo, dal tipo all’idea. Ci sono certe epoche, nelle quali il pensiero umano dissolve instancabilmente i grandi individui, storici, poetici, e ne fa de’ miti, delle idee; e certe altre, nelle quali ricompone e rincarna. Ora il poeta, che vive in epoche critiche e filosofiche, rappresenta un mondo giá dissoluto nel suo pensiero, e in luogo di darti individui interi, di una tutta propria personalitá, che meritino un giorno di essere trasfigurati da’ posteri e innalzati a tipo, inizia egli la dissoluzione, li scarna, li assottiglia, quasi tema possano rimanere incompresi. Ma la dissoluzione non fatta naturalmente dal tempo, anticipata nella poesia, è non la trasfígurazione, ma la morte. Vengon su de’ personaggi astratti, morti nel parto, cosí falsi e mutilati, come i Cesari e i Napoleoni degli storici dottrinarii.

Non amo le teoriche assolute. Per me, l’eccellenza della poesia è nell’unitá personale. Ma il campo della poesia è larghissimo, ed