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298 dai riassunti delle lezioni a zurigo


maso, domenicano, l’elogio di S. Francesco, e a S. Buonaventura, francescano, l’elogio di S. Domenico

                                                                  .... Perocché d’amendue
Si dice l’un pregiando, qual che uom prende,
Perché ad un fine fur l’opere sue.
     

Cagione di rivalitá in terra e in cielo cagione di fratellanza tra il serafico ed il cherubico.

                                         L’un fu tutto serafico in ardore,
L’altro per sapienza in terra fue
Di cherubica luce uno splendore.
     

Questi due elogi sono poveri di poesia, perdendosi l’autore in accidentali particolari. Tale è la descrizione di Assisi, patria di S. Francesco; la quale ti fugge dinnanzi smarrita com’è in tanti particolari geografici e dove noteremo per altro il bellissimo verso:

                                    Fertile costa d’alto monte pende.      

S. Francesco amava la povertá, e l’autore trasforma la povertá in una donna, ed in luogo di rappresentare i sentimenti ti fa una fredda allegoria. Il racconto si anima quando si parla dell’entusiasmo suscitato da S. Francesco:

                                                        Il venerabile Bernardo
Si scalzò prima e dietro a tanta pace
Corse e correndo gli parve esser tardo.

Scalzasi Egidio e scalzasi Silvestro
Dietro allo sposo si la sposa piace.
     Indi sen va quel padre e quel maestro
Con la sua donna e con quella famiglia
Che giá legava l’umile capestro.
     Né gli gravò viltá di cuor le ciglia
Per esser fi’ di Pietro Bernardone,
Né per parer dispetto a maraviglia.