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Lezione XII (XXXIV)

[LA FORMA POETICA DELL’ELEMENTO DIDASCALICO
NEL PURGATORIO]


La poesia si è fatta descrittiva; gli uomini dell’inferno sono attori passionati, sono lo spettacolo; gli uomini del purgatorio sono spettatori; le passioni che un tempo ferveano nel lor cuore, sono ora fuori di loro, offrentisi alla memoria o alla vista, ricordate o intagliate: spettatori, manifestano le loro impressioni, s’indegnano o applaudiscono secondo lo spettacolo. Sono essi almeno spettatori poetici? si mescolano, si obbliano nello spettacolo? Le passioni non hanno virtú di turbarli, di commuoverli; essi rimangono fuori dello spettacolo, e vi si pongono al disopra, simili ad uno straniero, che stando di qua da una folla tumultuante ragioni tranquillamente sulle origini delle rivoluzioni e sulle cause di quel perturbamento. Quindi il didascalico è intimamente congiunto col descrittivo; le anime veggono, sentono e giudicano: nella poesia ci ha tre elementi, la visione, l’impressione, ed il giudizio: delle due prime parti si è giá discorso: resta l’ultima cioè il giudizio. E qui tre specie di quistioni mi si affollano innanzi. Una quistione storica: — Quando la scienza penetra nella poesia? Quando vi penetra come erudizione, per esempio ne’ poemi del Fracastoro e del Vida? Quando vi penetra per necessitá di condizioni sociali, come ne’ poemi orientali e ne’ poemi primitivi biblici e nella Divina Commedia e nella poesia odierna? — Una quistione filosofica: — Può la scienza penetrare