Pagina:De Sanctis, Francesco – Lezioni sulla Divina Commedia, 1955 – BEIC 1801853.djvu/264

258 secondo corso tenuto a torino: lez. xi


Egli continua la scultura e vi aggiunge il lavoro della sua mente. Il sentimento di Davide è messo in rilievo dal contrasto di Micol, che sta allacciata ad un terrazzo, la quale nel cogliere il marito in quell’atto a suo parere plebeo, sta «come donna dispettosa e trista». Il poeta ha espresso il sentimento, lo scultore esprime la faccia sulla quale traspare il sentimento. E cosí, in che modo il poeta ha rappresentato la femminella inchina e supplichevole a Traiano? Non rappresenta egli giá l’atto in cui è la donna, ma l’espressione di quell’atto; è un atteggiamento che esprime pianto e dolore: lo scultore rappresenta l’attitudine, e dall’attitudine vi fa indovinare il sentimento; il poeta vi rappresenta il sentimento, e dal sentimento vi fa indovinar l’attitudine. Ed è in questo intaglio che Dante ha portato tant’oltre il suo sentire poetico da passare il limite della scultura. Egli vede la donna e l’imperatore cosí atteggiati, che ne cava il senso delle parole: la donna prega; l’imperatore risponde: — Aspetta il mio ritorno. — Ma la fantasia poetica non s’arresta qui, e prende la carriera e costruisce tutto il dialogo che ha dovuto aver luogo tra i due, insino a che l’imperatore commosso non ceda alle preghiere. Trascinato dall’istinto poetico, egli ha sforzato la natura del marmo e datogli movimento e successione; i due personaggi cambiano atteggiamento secondo i sentimenti da cui sono dominati; la figura dell’imperatore si moltiplica in quattro figure corrispondenti alle quattro volte che parla, supponendo ciascuna risposta un sentimento e quindi un atteggiamento diverso; il poeta ha trasformato il marmo in parola; ha immaginato un marmo poetico che si muove e cangia. Scultura umanamente assurda, epperò il poeta la chiama miracolosa opera di Dio, e la divinitá della scultura non è altro se non la scultura innalzata a poesia e fatta parola.

Tali sono le visioni e gli esercizii delle anime per fuggire il male e seguire il bene. Ma nella serena regione in cui stanno non solo elle sentono, ma giudicano il bene ed il male; sicché con la parte descrittiva si accompagna la didascalica, di cui vi terrò discorso domenica, che sará l’ultima mia lezione.