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esempio di virtù 255


signori, io non voglio esagerar la mia tesi: si riesce ad una specie di sintesi, ma faticosa e riflessa, che non ha in sé niente di poetico: è una costruzione, anziché una intuizione, una percezione immediata della cosa, ed il godimento che di lei viene non è estetico, perché non nasce nell’atto stesso della contemplazione. E perché ciò, o signori? Perché lo scarpello e il pennello rappresentando il corpo produce una visione ed un godimento immediato; e la parola mal vi si prova e non riesce che ad una sintesi prosaica, ad una unitá riflessa. Perché la natura non può essere rappresentata da tutte le arti allo stesso modo, ma sotto questo o quell’aspetto secondo, la materia e l’istrumento di ciascuna. La scultura ha a’ suoi servigi la pietra ed il marmo e può esattamente riprodurre le linee, le figure, le attitudini, le movenze, la parte esteriore della natura, il corpo. Manca a quel bel corpo il movimento e la successione, il sentimento ed il pensiero. E come il corpo per sé non è artistico, ma in quanto è espressione dell’anima, lo scultore si studia, perché dalla fredda pietra emerga un simulacro di vita, inducendo nel marmo rigido la morbidezza della carne, e scegliendo tali attitudini e movenze, che aiutino la fantasia a passare di lá da quelle e cogliere sotto le delicate apparenze il moto interiore. L’anima pare con piú chiarezza nella pittura; perché ella ha qualche cosa piú potente assai della pietra e del marmo, flessibile e quasi incorporea, la luce, graduata ne’ colori, che prima dona alla cieca statua l’occhio, parola dell’anima; e poi con le sue gradazioni e ombre e chiaroscuri e mezze tinte aiuta assai piú l’illusione, e sparpaglia sulla tela qualche cosa di tremolante, che simula il movimento e la vita. Ma architettura, scultura o pittura che siasi, queste tre arti dette plastiche o corporali, una cosa mostrano all’occhio, un’altra lasciano nell’immaginazione: mostrano all’occhio il corpo, lasciano all’immaginazione l’anima; il corpo è l’espresso, l’anima è il sottinteso, che elle lasciano indovinare, come non buone a rappresentarla direttamente. A questo difetto delle arti plastiche supplisce la parola, che nulla mostra al senso, non vi dá figure o colori, ma comunica da anima ad anima senza mezzo di corpo; e perciò