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i32 primo corso tenuto a torino: lez xix


E ne toglie le stelle:

                                    Risonavan [per l’aer senza stelle.]                

E ne toglie [il tempo]:

                                    [Facevano un tumulto, il qual s’aggira]
Sempre in quell’aere senza tempo tinto.
               

E ne toglie il cielo:

                                    [Non isperate mai veder lo cielo.]]                

E ne toglie l’intelligenza:

                                    [C’hanno perduto’l ben dell’intelletto.]                

Poesia a grandi tratti, che nel suo indeterminato terribile contiene assai piú che non le determinate, e quindi prosaiche descrizioni funebri di Young nelle sue Notti e nel suo Giudizio universale.

Questi tre elementi, qui fusi in un solo ideale, sono il piedi stallo, immenso piedistallo, sul quale il poeta pone la statua.

Ci ha imitazioni vecchie e nuove della Divina Commedia: i Trionfi del Petrarca, l’Amorosa Visione del Boccaccio, la Bassvilliana, le Notti romane. Delle quali difetto principale è la mancanza del piedistallo: ben ci trovi un non so qual regno d’amore, un angelo che guida Bassville, delle tombe che si aprono; ma tutto questo non ha alcuna serietá; sono balocchi a’ quali gli autori non credono e co’ quali si trastullano; niente vi è di quel serio che fa tremare la mano dell’artista, niente di quel serio che rende «magro» il volto del poeta, seppellitosi tutta intera una vita in un mondo invisibile che egli ci ha reso vivo e presente come la terra che calpestiamo co’ piedi. Manca il piedistallo: vi è almeno la statua? La statua è necessitá in un lavoro d’arte; il personaggio principale è quello nel quale l’ideale — nella natura materia, nel demonio istinto, ne’ gruppi sentimento generale — acquista personalitá, libertá, passione;