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i24 primo corso tenuto a torino: lez xviii


Brevi parole, epilogo, direi quasi, d’un doppio sublime, che non comparisce piú nell’inferno.

Come l’eterno ed il tenebroso cosí la disperazione e la bestemmia va a risolversi in una parola volgare, in un piangere per esempio:

                                    E piangean tutte assai miseramente.                

Questi tratti rimangono sempre, ma vanno ad occupare il fondo e l’accessorio del quadro, e nuova poesia sorge su. Il sentimento fin qui è espresso come sentimento, come parola; siegue la tragedia muta, il sentimento trasportato al di fuori, tradotto in atti ed in movimenti.

Lo stato di passione è violento fuori dell’ordinario; la faccia dell’uomo è abitualmente calma e senza espressione; ma vi è un momento in cui innanzi agli occhi cade la benda e la ragione si offusca, e la mano corre involontaria al delitto: in quel momento la faccia umana si trasfigura ed il peccato esce al di fuori, e siede sulla fronte e fiammeggia negli occhi; indi la faccia ripiglia la sua calma abituale. Egli è quel momento fuggevole che Dante coglie e rende eterno; l’uomo in un momento d’obblio si separa dal corpo, e quel corpo non lo riavrá piú mai; l’avaro innanzi alla miseria tiene il pugno chiuso, e rimarrá in eterno col pugno chiuso; in un momento di collera altri si morde per furore le labbra, e in eterno si troncherá le membra a brano a brano. Questo doppio movimento reale e simbolico è il fondamento della poesia tragica del movimento ne’ gruppi danteschi: tu non troverai in loro nessun atto che sia basso o vile: tu puoi abbonirli, ma non puoi disprezzarli.

Altra poesia in Malebolge, il comico ed il disgustoso. In che modo lo stesso movimento può di serio divenir comico? Eccovi innanzi un quadro: mirate. Vi è un gobbo in veste da buffone, con tanto di bocca sgangherata in atto di chi emette un grido. Il riso nasce naturalmente a questa vista; ma fermatevi; leggete giú, e quando saprete che costui è Triboulet, un padre che vede da’ reali appartamenti uscire la figlia col