Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
i22 | primo corso tenuto a torino: lez xviii |
La disperazione è l’annullamento della vita morale, la stagnazione del pensiero e del sentimento, la morte, il nulla, il caos, le tenebre dello spirito, il sublime negativo dell’anima; e come il sublime delle tenebre è nella luce che muore, cosí il sublime della disperazione è nella speranza che vi si dilegua dinanzi:
— Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate. — Non isperate mai veder lo cielo. — Nulla speranza li conforta mai. |
Quale è l’espressione estetica della disperazione? In che modo la moltitudine esprime il sentimento dal quale essa è invasa? Quando un pensiero ha bisogno ancora di dimostrazione e di sviluppo, rimane nelle regioni solitarie della speculazione; il pensiero scende nella moltitudine quando a farlo intendere ed accettare basti il nominarlo: il pensiero della moltitudine è una parola sola, un «viva»; un grido eloquente che compendia secoli di meditazione, prorompente ad un tempo da tutti i petti. La parola, il grido della disperazione è la bestemmia. La bestemmia è la violenta reazione dell’anima innanzi a cui tutto si dilegua, sono le potenze dell’anima che si ribellano contro la morte morale in cui è profondata, mostrando d’avere ancora una vita tenace quando può ancora maledire e imprecare. La bestemmia è sublime. Vi sono alcuni termini, ne’ quali l’uomo rimane d’ordinario rinchiuso, alcuni nomi sacri che egli suole pronunziare con timore o con amore; il disperato caduto nel fondo d’ogni miseria varca ogni limite, e nel suo annichilamento e’ s’innalza infino a Dio: — Me perduto, pera il mondo; me perduto, muoia famiglia e patria; me perduto, vada Dio stesso in malora. —
Bestemmiavano Dio [e i lor parenti, L’umana specie, il luogo, il tempo e ’l seme Di lor semenza e di lor nascimenti.] |
Bestemmia crescente, perché i condannati dopo di avere bestemmiato Iddio, come si fa comunemente da tutt’i tristi, dopo d’avere bestemmiato i parenti ed il genere umano, come si fa