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i demòni ii3


versale. Nel medio evo Orlando, Rinaldo, Morgante e gli altri eroi cristiani sono in continua guerra con giganti e con mostri, non altrimenti che facessero nei tempi eroici antichi Teseo, Ercole e Perseo. Secondo l’antico diritto della vittoria, il vae vietis!, i popoli posero gli eroi vincitori in cielo e li chiamarono Iddíi, e gittarono i giganti e i mostri nell’inferno e li chiamarono demòni. Quindi il Tartaro antico è popolato di giganti e di mostri, de’ quali il Tasso raccolse una buona dozzina in una sua stanza rimasta celebre. Queste forme sono vive nel Tartaro, perché legate con la religione, le tradizioni e le istituzioni della societá in mezzo a cui sorsero. E quando questa civiltá venne meno, che cosa divennero queste forme? Nomi senza soggetto, spogliati d’ogni serietá, pure forme estetiche. E guai quando a difendere una religione voi siete ridotti a dimostrare che ella sia utile o bella! La religione è qualche cosa di piú serio che l’utile e il bello. E noi oggi chiamiamo la religione pagana bella; gli antichi la chiamavano la Religione.

Queste forme, spenta quella civiltá, hanno perduto ogni freschezza di vita: gli eruditi, gli archeologi, i dotti le descrissero poi come le trovarono, pallide e vuote, perduta la miglior parte di sé, la loro vita interna. E queste compilazioni d’esseri mutilati son quelle che sotto nome di archeologia e di mitologia discesero poi nelle scuole, lungo tormento e noia de’ nostri giovani anni. Quindi sorgea negli ultimi tempi una scuola che disse: — Queste forme son morte, lasciamole all’antichitá: a poeti moderni forme moderne. — Ogni sistema ha la sua pedanteria: il romanticismo ha avuto ancora i suoi pedanti, che tracciarono intorno al poeta moderno il circolo di Popilio, e gli

dissero: — Tu non uscirai dal medio evo. — Il che ha prodotto pure un gran bene, avendo fatto scomparire quelle classiche reminiscenze, quelle pallide imitazioni, con le quali il poeta veniva ad ogni tratto tirando in mezzo tutta la pagana poesia. Ed ora che questo bene si è ottenuto è tempo che, lasciata da parte la esagerazione, la veritá riprenda il suo diritto. Lasciate che in mezzo alle rovine dell’antichitá entri un poeta unicamente dotto, e costui, non altrimenti che fa l’erudito, si stará

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De Sanctis, Dante.