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i04 primo corso tenuto a torino: lez xvi


denti che ella raggiunge quella compiuta realtá poetica, di cui si sente il difetto nel purgatorio e nel paradiso.

Veduto il concetto nella sua unitá e nella sua successione, ovvero ordine, e determinati i limiti di questo ordine, noi abbiamo un criterio per giudicare l’inferno ne’ tre elementi che lo costituiscono: nella natura, nel demonio e nell’uomo.

La natura può esprimere il concetto? e fino a qual punto? La natura, come opera d’arte, come prodotto dello spirito, costituisce il primo scalino dell’arte: l’architettura, nella cui immobilitá il concetto sta solo simbolicamente, senza figura e senza successione; e però ella si aiuta de’ suoi simboli, de’ suoi bassirilievi, delle sue statue e de’ suoi quadri, della scoltura e della pittura. Onde la natura dantesca esprime il concetto con manco di precisione che le pene, e queste meno precisamente che il demonio, e questo meno che l’uomo, in cui il concetto si esprime in tutta la sua veritá, divenuto passione e carattere. Quando, dunque, io considero la natura, per necessitá scientifica scompagnata dal demonio e dall’uomo, io mi pongo in una posizione ipotetica ed incompiuta, avendo il poeta tutto concepito d’un getto ed insieme; ed avremo la veritá estetica, quando vedremo questi elementi fondersi insieme in azione e compiersi ed integrarsi l’un l’altro. Cominciamo dalla natura.

Quando si sente il bisogno di idealizzare la terra, lo sguardo si alza verso il cielo, dove collochiamo l’ideale del bello; e la fantasia si profonda nelle inferne viscere della terra, dove collochiamo l’ideale del brutto. Quello che è al disopra e quello che è al disotto di noi sará sempre fonte inesausta di poesia, perché si sottrae in parte al nostro sguardo; e dove l’occhio non giunge penetra pili ostinatamente la fantasia, la quale per liberamente spaziare ha bisogno che il velo d’Iside non sia mai sollevato del tutto e che la natura le presenti sempre un lato misterioso. Come Dante abbia concepito il cielo lo vedremo nel paradiso. In che modo ha concepito l’inferno?

Se mi è permesso di trasportare una parola dal morale al fisico, l’inferno è la depravazione, la progressiva depravazione della natura, il terrestre che si dissolve, si corrompe e muore,