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78 la poesia cavalleresca

Qui sono i materiali crudi d’un bel giardino. Non v’è neppure melodia che dimostri commozione; soprattutto i due ultimi versi sono bruttissimi e destano una sensazione disaggradevole in un momento in cui tutto dovrebbe esser grato e piacevole.

In un poema cavalleresco l’arte del poeta deve consistere nel dare varietà e colorito sufficiente alle battaglie e agli scontri. Nell’Orlando innamorato sono tre battaglie e molti duelli; il poeta li avrebbe dovuti talmente rappresentare che ciascuno fosse individuo da sé, inconfondibile. Ha svariatissimi materiali: guerrieri invulnerabili, guerrieri con le armi incantate, guerrieri con alcune armi incantate e con nessuna arma incantata; cavalli fatati, rapidi come il vento, cavalli non fatati, ma forti tanto da spiccar salti lunghi trenta piedi; Durindana, Fusberta, ed altre spade fatate, e Balisarda che distruggeva ogni incanto; avrebbe dovuto ne’ duelli e nelle battaglie trovare situazioni particolari che li differenziassero dagli altri duelli e dalle altre battaglie.

Le tre battaglie hanno tutt’e tre il medesimo cammino. Gli eserciti sono divisi in varie schiere: la prima schiera combatte con la prima schiera, la seconda schiera con la seconda schiera, la terza con la terza e via dicendo; poi un gran guerriero s’azzuffa con un gran guerriero e, mentre duellano, sopraggiunge un altro esercito. Ne’ duelli i guerrieri sono coverti d’armi incantate; si tirano molti colpi triviali, finché uno, sdegnato, non tiri un colpo spaventoso che stordisce l’avversario; il quale rinviene, mentre il cavallo lo porta via, avvampa d’ira e dà un altro colpo spaventoso, grazie al quale la scena si rinnova per l’altro guerriero.

Raccoglie immensi materiali, e poi per difetto d’immaginazione rimane come chi, possedendo molte ricchezze, non sappia che farsene.

Oltre ’questo doppio difetto capitale, il non saper trovare situazioni ed il non saperle sviluppare, ne ha un terzo più grave: ignora la parte tecnica, la parte infima della forma, la lingua, il metro, il verso; non ha il senso dell’armonia e della melodia; non capisce l’ottava. Noi comprendiamo l’ottava del