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32 | la poesia cavalleresca |
poetica, ma neppure una persona umana. Tutto manca; anche l’elemento donnesco, grazia, dolcezza.
Chiariella, figlia dell’Amostante di Persia, tradisce la patria, che viene soggiogata, il padre, che viene ucciso. Quanti elementi contradittori da ritrarre! Che lotta fra il suo senso morale e la sua passione! Se volete rappresentarla destituita di senso morale, resta la passione, istintiva, animalesca, per Orlando, che la induce, senza sospetto di far male, a tradire il padre. Il Pulci si contenta di dir la cosa in due versi; non c’è né sviluppo passionale né sviluppo morale.
A raccontare la catastrofe di Forisena impiega quattro versi:
E la condusse quel bendato arcieri Per veder quanto Olivier può discosto A un balcone; e l’arco poi disserra, Tanto che questa si gettava a terra. |
All’elemento pagano appartengono i giganti. Ove i pagani rappresentano uno stato di civiltà inferiore, i giganti rappresentano la barbarie ultima. Non solo la loro forma esterna, ma l’interno loro è più animalesco che umano. Sono stupide masse di carne, che, considerati seriamente riguardo agli effetti, possono essere seri e sublimi, come il fulmine, il tremuoto, un monte che si scoscenda.
Ma qui i giganti sono comici. Dov’è il comico de’ giganti? Se uno di noi, piccioli omicciattoli moderni, fosse posto presso un gigante, questi lo soverchierebbe, lo atterrirebbe, non avrebbe agio e pacatezza per ben considerarlo. Ma supponetelo incatenato, che possiate considerarlo al sicuro: allora rifulgerà tutta la differenza fra lo spirito e la materia, fra il civile ed il barbaro; potete incrocicchiar le braccia e sorridere di quella forma ridicola, e della vostra superiorità intellettuale.
In questa disposizione Pulci ci rappresenta il gigante. Ha egli saputo renderli ridicoli? Egli non ne ha afferrato che la su-