Pagina:De Sanctis, Francesco – La poesia cavalleresca e scritti vari, 1954 – BEIC 1801106.djvu/350


recensioni e frammenti 345

nitá del De Sanctis, che, come ha mostrato il Croce stesso, non si preoccupava eccessivamente della precisione formale del suo parlare. Questo per quanto riguarda la maggior «filosofia» del Croce; il quale inoltre si preoccupa di dare una certa politezza al linguaggio del maestro irpino, pieno di forme della lingua parlata e colloquiali. Cosi alla p. 22 il Croce sostituisce un adirato a un incolleritosi (terzo rigo del terzo capoverso), un andando ogni cosa a rovina all’originale andando ogni cosa a rotoli (rigo quinto dello stesso capoverso), un Orlando lascia... la corte, all’originale Orlando pianta... la corte (p. 23-24), un battono i Maganzesi a un più vivace suonano i Maganzesi. Questo in generale il carattere delle correzioni apportate dal Croce, con altre di lieve importanza, ad esempio la sostituzione di forme impersonali a forme colloquiali (si rinviene invece di rinvieni, Il centro del comico invece di V’ho detto che il centro del comico, e simili). In questa nostra edizione sono state restituite le forme originali; nella punteggiatura non si è invece seguito il manoscritto, che per questo lato è veramente troppo difettoso. Si è quindi conservata in generale quella del Croce, eliminando qualche virgola, delle molte che il filosofo napoletano aggiunge. La punteggiatura del De Sanctis è di tipo leopardiano, mentre quella del Croce è di tipo manzoniano, ma molto moderato. Ci siamo valsi invece di alcune correzioni crociane ad evidenti lapsus o del maestro che parlava, o dello scrivente, che sono obiettivamente sostenute dal contesto in cui si trovano. Le diamo qui di seguito: p. 57 r. 4: «sulla fine del secolo decimoquinto», Ms «nel principio del secolo XVI»; p. 59 r. i: «sei anni», Ms «otto anni»; p. 69 e 70, passim, «Wagner... Schmidt», Ms «Wagnerio... Schmidtio»; p. 70 r. 20 «Il Boiardo», Ms «Il Berni»; p. 79 r. 20, abbiamo lasciato le parole «e piú negletto», aggiunta del Croce, e che mancano in Ms; p. i2i, abbiamo lasciato i versi danteschi, aggiunti dal Croce dove in Ms c’era solo un rigo bianco; p. i30 r. u.: «un altro valorGibbon e», Ms «un altro lavoro» (correzione del Cortese: il Croce non pubblica questa parte); p. 132 r. 26: «un’orca», Ms «un’oca»; p. 135 r. i3: «la parodia della Cavalleria», Ms «la parodia della caricatura»; ivi r. 34: «follia d’Orlando», Ms «follia d’Ariosto»; p. i39 r. 4: «Versi prosaici», Ms «Un verso prosaico», che non concordava con le parole seguenti; ivi r. ii: «duro come un sasso», Ms «duro come un letto»; p. i50, abbiamo lasciato la citazione del Gibbon nel testo messo dal Croce; p. i5i r. i0: «non mai rivedere», «non mai rivederla»; p. i53 r. i2: abbiamo corretto noi «Vi delineerò» un