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iii. il «morgante» 29

Quando poi cause serie, che parevano dover produrre il commovimento dell’universo, riescono ad effetti minimi, abbiamo nell’ordito l’effetto comico.

Nel Pulci vediamo addensarsi de’ nugoloni scuri scuri, che minacciano una bufera terribile e poi si risolvono in acquerella minuta. Basta questo a costituire il comico dell’ordito. Eppure voi non ridete di questa disproporzione. Quando vedete che minacce di guerre interminabili, capaci di empiere da’ quaranta a’ cinquanta canti, danno in un nulla, non ridete. L’ordito è per sua natura ridicolo ed il riso non ne è l’effetto; la materia è comica e non produce il suo effetto estetico.

Se uno dice sciocchezze con intenzione comica, ridete non di lui, ma di quel che dice, ed esclamate: — È un buffone di spirito — . Ma, se uno dice sciocchezze per sciocchezza, voi ridete di lui, non di quello che ha detto. Questo è il caso del Pulci, che non ha vera e profonda coscienza del suo scopo. Se fa un ordito ridicolo, è per insufficienza, perché gli manca forza sintetica. Come un’avventura gli si presenta, non sapendo variarla, la scrive, se ne sbriga e passa ad un’altra. Non raggiunge l’effetto comico, perché non ha arte sufficiente da arricchire e sviluppare un’avventura. L’ordito del Pulci è ridicolo in sé stesso, quindi è ridicolo mancato. Ma rimangono i fatti; questi ponno essere ridicoli e mostrarci un uomo di spirito.

La sola chiave secreta, che fa camminare l’orologio di questo poema, è Gano. È il solo attore. Se Orlando parte, se gli altri ne vanno in traccia, se Calavrione, Erminione, Antea vengono a Parigi, è tutto opera sua. Vediamo se il Pulci lo ha saputo ben concepire.

Gano è naturalmente odioso, disgustoso: per fini personali e turpi, non indietreggia innanzi a ciò che v’ha di più esecrabile; è quindi essenzialmente prosaico. Come potrebbe destare interesse estetico in un poema serio? Coprendo ciò che v’ha di odioso e prosaico in lui, con l’attribuirgli intelligenza e fermezza di carattere, conoscenza delle passioni e de’ caratteri degli uomini; sicché, quantunque egli fosse debole e gli altri forti, ne facesse de’ burattini inconsci. Questo uomo sarebbe sublime; ma è im-