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«la viola mammola» di n. amata 285
    Mentre tu, o mammola,
Anche nascosta,
Consoli subito
Chi ti si accosta.
    Somigli, o mammola.
La mamma mia,
Modesta e semplice
Ma buona e pia.
    O mamma, o mammola.
Ambe a me care,
Infino all’ultimo
Vi voglio amare.
    Oh infino all’ultimo
Avervi io possa!
E spuntin mammole
Sulla mia fossa.

È una poesia semplice, come la sua anima: un solo pensiero ed una sola melodia. La viola che vale piú degli altri fiori, se ne sta timida e nascosta fra l’erbetta. Indi la giovinetta riunisce in una sola immagine i due suoi amori, l’amor del fiore e l’amor della mamma; poi d’improvviso, come un guizzo di lampo, ti fa balenare dinanzi i suoi scuri presentimenti. A tanta semplicitá di concetto corrisponde pari semplicitá di melodia: senti come le fuggevoli variazioni di un medesimo suono. È una melodia gentile e delicata, come quel fiore, con movenza rapida, volubile, ma piena di soavitá e di grazia.

E scendendo a’ particolari, osservo, innanzi tutto, che questa poesia è affatto monda di tutti quei difetti che si contraggono nelle cattive scuole. Niente di artificiato o di rettorico; niuna ricercatezza nelle immagini e nel linguaggio, niuna affettazione di sentimento, e neppure concettini, vezzi, smancerie. Anzi, se difetto ci è, è il contrario. Ci è troppo abbandono; quei piccoli versetti scorrono gli uni sugli altri con facilitá, come onda su onda, senza che di alcuna rimanga vestigio. La facilitá del metro e della rima seduce la giovinetta e la fa correr veloce innanzi, si che i pensieri e le immagini non sono abbastanza accarezzate e non escono dal comune. Vi è una semplicitá negletta, senza quell’ultimo e quel fisso che eterna la forma. Il che voglio sia detto particolarmente di quella rassegna che fa de’ fiori, dove trovi reminiscenze anzi che vivaci e immediate impressioni; quindi quegli epiteti e quei verbi senza colore, senza proprietá, come «sazievole», «meschino», «leggiadro», «consoli», ecc. La giovinetta, in luogo di tener fissa la mente in quella viola e dipingere i sentimenti e le impressioni che ne riceve, si gitta