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ALBERTO MARIO


La stampa ha onorato la memoria di Alberto Mario con testimonianza unanime di dolore e di affetto. L’Associazione della stampa, rappresentanza qui in Roma del giornalismo italiano e che considera parte di sé tutti gli appartenenti alla stampa, non poteva rimanere indifferente innanzi alla perdita di un uomo che ha passato una buona parte della vita in mezzo al giornalismo, e lo ha onorato con la sinceritá delle opinioni, con la saldezza de’ convincimenti, con la rettitudine della condotta, con la compostezza dello scrivere, con una finezza di polemica, nella quale si rivelava, senza ostentazione, una coltura non ordinaria.

Ci sono uomini i quali trovano l’espansione della vita in mezzo all’azione, alle agitazioni e alle passioni sociali, e spesso, sotto la pressura di necessitá pubbliche o private, lasciano diminuita o contaminata la loro parte ideale.

Ma in Alberto Mario la vita si espandeva come pensiero, fede, amore, e corse all’azione, quando l’azione era un dovere e un sacrificio, e se ne ritrasse quando venne il tempo delle ricompense e degli onori. Egli era una di quelle nature che nelle occasioni sono eroiche, e ritornano idilliche, soddisfatte e riposate nel loro orticello, nella santitá della famiglia, nella domestichezza del loco natio, nelle gioie dell’amicizia, nel raccoglimento dello studiare e dello scrivere. La dolce dimora su’ colli di Toscana, o nella sua Lendinara, gli era più cara che non quel vano affaccendarsi, dove il comune degli uomini trova la sua soddisfazione.