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chiamavano uomo senza principii. A lui pareva con ragione non ci essere cosa piú pericolosa che applicare crudamente principii o dottrine, e come sapeva cosí bene volteggiarsi con gli uomini, volteggiavasi anche con quelle, scegliendo quel punto medio nel quale si combaciavano con la situazione reale delle cose. In questo era appunto il suo buon senso. Quelle proteste per la Polonia gli parevano fanciullaggini, e rettorica quelle declamazioni contro i trattati del 1815. Il faut les détester, mais il faut les subir. E voleva intendere che non c’è dignitá a schiamazzare contro quello che non si può impedire. Quella rettorica di Sinistra gli pareva non meno ridicola che quella pendanteria di Destra. Partito di movimento e partito di resistenza erano a lui inconcepibili, parendogli pericoloso quel voler cristallizzare un teatro cosí mobile come è la Francia politica in idee e bandiere fisse. Per ciò non capi i partiti, e non fu capito da quelli; spesso se li tirò appresso, ora l’uno, ora l’altro, facendoli manovrare a sua guisa; gioco poco sicuro e base poco salda; sicché gli era piú facile andare al potere, che mantener visi. Guizot pensava a restare; lui pensava a cader bene. Quel suo tenersi in bilico tra conservatori e radicali dinastici senza esser di questi o di quelli, quella sua posizione di centre gauche, oscurandogli il senso del partito, lo teneva piú vicino al paese, lo rendeva conciliativo e tollerante, e perciò attissimo in certe grandi occasioni a trarsi appresso tutte le forze vive. I suoi piú importanti atti politici furono inspirati appunto da questo alto senso nazionale, come la traslazione delle ceneri di Napoleone e le fortificazioni di Parigi.

Thiers dunque dava maggior valore alle questioni di condotta che alle questioni di principii. — Ma qual è il vostro programma? quali i vostri principii? in che differite dagli altri? — domandava uno. — Nell’arte di governo — rispose Thiers, con quel suo risetto ironico. Stimava che, messe certe norme e certi criterii generali, il resto era questione di capacitá o arte di governo. Questa noncuranza di dottrine, non potuta attribuire a ignoranza, alcuni attribuivano a cuore leggiero e corrotto. Ma la corruzione era un sistema per Guizot, per Thiers