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grande; il successo avanzò ogni aspettazione. Fu un impeto di applausi, una commozione, in mezzo alla quale cadde colpito da sincope il piú commosso di tutti, l’oratore. E non tornò piú. E non lo videro piú che sulla bara.

Vita breve ma piú lunga di molte vite decrepite, se la vita si misura non dal tempo ma dalla sua intensitá. Il piacere e il dolore producevano su di lui impressioni troppo vive: il reale lo pungeva troppo coi suoi inganni e i suoi disinganni: fino un articolo scortese di giornale era per lui un avvenimento, e gli accelerava i battiti della vita. Perché il povero Diomede non immaginava niente come immaginario; quello che immaginava era quello che voleva e si sentiva la forza di acquistare; e la sua forza era grande, e grandi erano i desiderii; a quella vita cosí piena bisognavano tutti i godimenti della vita. Nell’esilio spesso lo vedevo triste di cosa che a me non passava pur la pelle. E ti par poco? gli scappò un giorno: non avere un cane che mi spazzoli. Tutto ciò che immaginava era bello, elegante, grandioso, ricco: il dolore della privazione saliva sino all’altezza del suo desiderio. Molti nell’esilio erano detti martiri, che si sentivano felici, io per il primo che vedevo nuovi cieli, e quasi non avvertivo le privazioni; il vero martire fu lui, che ruggiva, come un leone, tra quegli ozii e que’ lavori forzati e quelle indegne miserie. Pur venne il di. E la fortuna gli andò incontro col suo piú bel sorriso, e si lasciò prendere, come una fata, e gli appagò tutti i desiderii. Com’era contento! Che bel lusso era il suo tra amici e artisti accanto alla donna amata! Che gusto e che eleganza nella ricchezza! Il suo salotto era una poesia. E come ci stava bene lui, come ci troneggiava! Prendeva aria di protagonista, amava il potere, come uomo di azione, e lo usava bene, e lo godeva, gl’illuminava quel sentimento in lui cosí vivo della dignitá personale. Cosi passava il tempo, e la vita correva troppo veloce. E quando la ci pareva quasi ancora nel primo fiore, scomparve.

Amò troppo. Visse troppo. E non pare possibile ch’ei non ci sia. Io lo vedo sempre li innanzi a me.