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INNANZI AL FERETRO DI FRANCESCO DE LUCA


Ecco, tu hai intorno a te a dirti l’estremo vale i tuoi fratelli e gli amici del cuore, e non quelli della ventura. Una trista consolazione è pure la nostra, che presso a quel cadavere non c’è nessun occhio ipocrita che lo profani. Tu hai intorno quelli soli che avresti voluto, e che amavano e stimavano te, e si sentivano da te stimati e amati.

Voi l’avete visto, lá nella Camera dei Deputati, sempre al suo posto, non trescare, non dimenarsi, non sollecitare sorrisi, non cercare influenza. Modesto, operoso, di umore sempre uguale, come di uomo superiore ai timori e alle speranze, piú s’impiccoliva lui, e piú ingrandiva nella stima dei suoi colleghi; meno egli andava agli altri, e piú gli altri andavano a lui. E meritò che un bel giorno un centinaio di deputati lo eleggessero loro capo, come sentissero che avrebbero in lui trovata non altra volontá che quella di tutti, non guasta dall’orgoglio, non attraversata da fini e vanitá personali. E rimase semplice di modi e naturale, amico tra amici, di una sinceritá uguale alla sua devozione, ispirando tale fiducia, che in tutto quel tempo non ci fu segno di tiepidezza o di discordia, ci sentivamo tutti una sola famiglia.

Quando gli parlavi, diceva quello solo che era richiesto, e non metteva studio a gonfiarsi, a dare di sé una straordinaria opinione. Sentendolo discorrere cosí alla buona, ti veniva di lui un concetto ben meschino. Era uno di quegli uomini che guadagnano ad essere avvicinati e studiati. Il tempo, che punisce le mediocritá e le vanitá, ingrandiva lui, scopriva piú quell’in-