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i2 la poesia cavalleresca


La più parte di que’ romanzi erano anonimi; pare che in quel tempo ci fosse più pudore che oggigiorno. Questi romanzi sono dimenticati: sono materia d’eruditi. Volete sapere i nomi di alcuni? La Spagna storiata, il Buovo d’Antona, la Regina Ancroja. La più parte de’ quali udrete probabilmente nominare ora per la prima volta, e son degni di non esser mai uditi nominare da voi.

Fra’ commentatori e i continuatori da una banda e i traduttori e raffazzonatori dall’altra, sorgono gli uomini superiori, i quali, addottrinatissimi nelle lingue antiche, espertissimi dell’italiana, si fecero un gran concetto dell’arte, presero la forma sul serio e non ristettero che non ebbero condotto all’ultima perfezione quel rozzo contenuto. Vi ho parlato delle due prime classi per darvi un’idea compiuta del movimento di quel secolo: è inutile che io spenda più parole intorno ad esse; il genio del secolo è negli uomini di genio. Come acquistare un concetto compiuto di questi pochi ma grandi? Racconterovvi io il contenuto delle loro opere? In Napoli, nella piazza del Molo, sogliono esservi de’ lazzaroni che spiegano agli altri lazzaroni loro fratelli le avventure di Orlando e di Rinaldo. Metterommi io qui a fare il lazzarone sul Molo? Il mio scopo dev’essere un altro: di darvi un criterio affinché siate in istato di giudicarlo e d’ispirarvi il gusto, perché possiate sentirne la bellezza e provare quel puro piacere che dicesi godimento estetico. Vi esporrò la natura del contenuto: lo sviluppo de’ diversi elementi, e la forma datagli da’ grandi scrittori italiani.

Vi erano tre generazioni di romanzi: gl’inglesi che celebravano il re Artú vissuto nel sesto secolo ed i dodici cavalieri della Tavola rotonda; i francesi che celebravano Carlomagno e i suoi dodici paladini e le sue guerre contro i Saraceni; i spagnuoli che avevano per tema Amadigi di Gaula e il suo battagliar contro i Saraceni ed i pagani. Tutti e tre penetrarono e furono volgarizzati in Italia; ma i francesi divennero ben presto popolari. E la ragione è ovvia. Carlo scese in Italia, domò i Longobardi, si fece coronare imperatore di occidente, fu non solo un eroe francese, ma anche italiano. Vi erano in Italia tradizioni vive di