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i58 | la poesia cavalleresca |
degli animali. Cloridano uccide con una freccia uno scotto: movimento comico. Tutti si voltano dove è partito il colpo e non vedono nessuno. Ogni ottava è un nuovo movimento drammatico. Zerbino, tratto dall’impeto, dice a Medoro: Ne farai tu penitenza:
Stese la mano in quella chioma d’oro, E strascinollo a sé con violenza: Ma come gli occhi a quel bel volto mise, Gli ne venne pietade, e non l’uccise. |
Ma uno de’ seguaci di Zerbino uccide Medoro a tradimento:
Cloridan, che Medor vede per terra, Salta del bosco a discoperta guerra. |
È spinto dall’ira e dal pensiero che morto Medoro non può vivere:
E getta l’arco, e tutto pien di rabbia Tra gli nimici il ferro intorno gira, Piú per morir, che per pensier ch’egli abbia Di far vendetta che pareggi l’ira. |
Ma è ferito; si sente finire:
E tolto che si sente ogni potere Si lascia accanto al suo Medor cadere. |
i2. — Zerbino.
Siete ben disposti per Zerbino: s’è arrestato, nell’atto di uccidere Medoro, innanzi alla bellezza del giovane. È ciò che di più sensibile ha creato l’Ariosto. È l’anello tra la Cavalleria oltrenaturale e la Cavalleria umana (Tasso). Zerbino è il modello di Tancredi. Dategli un po’ di malinconia e di sentimentalità, ed avrete Tancredi. In che consiste questa «umanità» di Zerbino? Non è un cavaliere errante come gli altri; non fa