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v. l’«orlando furioso» | i57 |
dano fugge senza voltarsi, finché non sente più rumore. Si volge e non vede più Medoro:
Ma quando da Medor si vede absente Gli pare aver lasciato addietro il core, |
Non sa rendersi conto come Medoro non sia appresso a lui. Forse Medoro si sarebbe messo a piangere. Cloridano, invece
nella torta via «Dell’intricata selva si ricaccia; Ed onde era venuto si ravvia, E torna di sua morte in su la traccia. |
Chi pensa cosí? Cloridano o Medoro? Entrambi.
Ode i cavalli e i gridi tuttavia |
Pur non si arresta:
All’ultimo ode il suo Medoro, e vede Che tra molti a cavallo è solo a piede. |
Il fatto è giunto all’ultimo della tragedia; dimentichiamo Medoro. Cloridano ha chiamato quel cadavere una soma, trattandosi di Medoro è un caro peso. Cloridano gittare, Medoro l’ha riposato alfin su l’erba. Non sa allontanarsene. Qui la situazione è troppo tesa. L’Ariosto raddolcisce con un magnifico paragone: quello dell’orsa:
Come orsa che l’alpestre cacciatore Nella petrosa tana assalita abbia... |
Nella petrosa lana assalita abbia: verso imitativo il plastico di quel primo fremito: mentre sta accovacciata move l’unghia, move le labbra. L’Ariosto è uno de’ migliori rappresentatori