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v. l’«orlando furioso» i53


ii. — Cloridano e Medoro.

Ma se l’Ariosto è giunto alla fine, il porto è ancora lontano da noi. ci resta ad esaminare un’ultima faccia del poema. Abbiamo esaminato l’epico ed il cavalleresco, ma in Ariosto non solo v’è il passato messo in caricatura, ma il presentimento dello spirito moderno, anche l’affermativo. Qual’è l’abisso che separa il Medio Evo dalla Rinascenza? Nel Cinquecento comincia l’elemento umano; l’uomo segregato dalla società. I fatti che rappresenta intorno a quel centro sono fatti che succedono tutto dì. Zerbino e Isabella, Brandimarte e Fiordiligi, ecc. Qui non c’è l’epico ed il cavalleresco, ma il romanzo moderno. Questo sará il soggetto delle ultime lezioni sull’Ariosto.

Vi delineerò il primo di questi fatti. Cloridano e Medoro è un’invenzione che si riattacca fino ad Omero (spedizione notturna d’Ulisse e Diomede). Ma in Omero non v’è l’amicizia; son due guerrieri riuniti dal caso da uno scopo comune. Virgilio ha imitato questo fatto. In Omero c’è il nudo fatto: ma quali furono i loro sentimenti? Virgilio vi ha aggiunto il cuore: ha fatto amici Eurialo e Niso, che vanno ad avvertire Enea lontano del pericolo dei Troiani. In Virgilio il romanzo comincia a far capolino. L’elemento epico è soverchiato dal romanzesco. Ariosto ha imitato il fatto. Qual è il mobile in Omero e Virgilio? La patria. Il mobile di Cloridano e Medoro è cavalleresco, cioè per un principio, per un costume cavalleresco. Medoro si gitta fra’ pagani per seppellire il suo re. Come in Virgilio il sentimentale soverchia l’epico, nell’Ariosto il sentimentale soverchia il cavalleresco.

Il Tasso ha voluto anche lui imitare il fatto (spedizione notturna d’Argante e Clorinda). Il sentimentale sopravvanza l’epico: non ci curiamo un frullo della torre. Ma nell’Ariosto anche il sentimentale rimane un puro gioco d’immaginazione.

Due esseri perfettamente simili è un assurdo in natura, ma possono essere animati, come Diomede e Ulisse, da uno scopo comune.