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i46 la poesia cavalleresca

Ecco una seconda figura: Rodomonte che cade:

     Del capo e delle schene Rodomonte
La terra impresse.
Notate: «la terra impresse».
                                   E tal fu la percossa.
Che dalle piaghe sue, come da fonte.
Lungi andò il sangue a far la terra rossa.
Tasso dice così:
Il cader dilatò le piaghe aperte;
E il sangue espresso dilagando scese.
Vedete un raffinamento di parole, ed una perdita di vista di

parole.

Gli ultimi momenti sono più pittoreschi. Ruggiero sopra Rodomonte:

L’una man col pugnal gli ha sopra gli occhi,
L’altra alla gola, al ventre gli ha i ginocchi.
Vede tutto: una figura in due versi.

Rodomonte sotto Ruggiero:

     Come mastin sotto il feroce alano.
Che fissi i denti nella gola gli abbia,
Molto s’affanna e si dibatte invano
con occhi ardenti e con spumose labbia,
E non può uscire al predator di mano,
Che vince di vigor, non giá di rabbia;
Cosi falla al pagano ogni pensiero
D’uscir di sotto al vincitor Ruggiero.

Ma la parte dove ha sorpassato sé stesso sono gli ultimi momenti:

     E due e tre volte nell’orribil fronte,
Alzando, piú ch’alzar si possa, il braccio,
Il ferro del pugnale a Rodomonte
Tutto nascose e si levò d’impaccio.