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v. l’«orlando furioso» i4i


8. — Rodomonte.

Orlando vi dev’essere ormai familiare. È il tipo serio del cavaliere errante. Corporalmente anche egli è ridicolo; ma internamente è l’uomo moderno che sa frenarsi, resistere all’istinto; ha moderazione; è cortese, costumato, generoso, leale. Il vero tipo del cavaliere errante non è Orlando, ma Rodomonte, che è in uno stato perpetuo di pazzia. Rodomonte si trova nel Boiardo, dove lui e Marfisa sono il tipo de’ cavalieri. Ricordate l’entrata in iscena di Marfisa. Rodomonte comparisce in un consiglio, sta per acciuffare chi consiglia pace, s’imbarca con un tempo tempestoso e sbarca in Francia.

Perché gli ha l’Ariosto data un’importanza maggiore degli altri cavalieri erranti? Perché, incontrando un cavaliere lo sviluppa, quindi se l’arido Boiardo può introdurre dieci cavalieri erranti, Ariosto non può introdurne che uno.

Perché Rodomonte è cavaliere errante? La Cavalleria ha per soggetto sostanziale l’anarchia. Il cavaliere errante, fortissimo e fiduciosissimo in sé stesso, vuole tutto perché può tutto. Rodomonte è il tipo di questa fiducia illimitata in sé stesso. Discende da Nembrotte, ne ha l’armi e la superbia. Che diventa un uomo che non riconosce nulla al di sopra di sé? Una bestia feroce: segue i suoi stimoli ciecamente. L’Ariosto ha spinto questo concetto fino all’estremo per farne la caricatura: è giunto alla stravaganza, alla bestialità.

Rodomonte, da principio, è un eroe. Come prima ha fatto eroica, poi ridicoleggiata la caricatura, così ha fatto per Rodomonte; l’ha fatto sublime in Parigi; poi, di gradazione in gradazione, lo fa ridicolo. Era fidanzato a Doralice; mentre usciva da Parigi, un nano gli annuncia che Mandricardo gliel’ha rubata. Lascia tutto per correrle appresso, e qui è uomo ancora. Sapete come fini la ricerca. È punito nella sua superbia: non immaginava che potesse essergli preferito un altro. È la prima volta che si accorge che v’è qualche cosa di superiore a lui. Si ribella, e pretende che il suo destino non debba dipendere da una donna.