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i34 la poesia cavalleresca

avesse inventato lo schioppo, e sparasse sopra Orlando: ne prende occasione per descrivere lo schioppo.

     Dietro lampeggia a guisa di baleno;
Dinanzi scoppia, e manda in aria il tuono.
Treman le mura, e sotto i piè il terreno;
Il ciel rimbomba al paventoso suono.
L’ardente strai, che spezza e venir meno
Fa ciò ch’incontra, e dá a nessun perdono,
Sibila e stride; ma, come è il desire
Di quel brutto assassin, non va a ferire.

Vedete qui qualche cosa di profondo. Lo schioppo ha eguagliato il valore e la codardia; la forza fisica è annullata, lo schioppo annulla la Cavalleria: quindi l’indegnazione di Orlando. Invenzione leggiadra di Ariosto, ma poco accarezzata.

Camminando in cerca d’Angelica, entra in una caverna, dove trova una bellissima ragazza; sopraggiungono i malandrini, una ventina. Il capo, vedendo la bella veste bruna d’Orlando, se ne invoglia. Orlando uccide i malandrini. Come? Con una tavola da pranzo, a cui mangiavano venti malandrini e due donne:

     Nella spelonca una gran mensa siede
Grossa duo palmi e spaziosa in quadro,
Che sopra un mal pulito e grosso piede
Cape con tutta la famiglia il ladro.
Con quell’agevolezza che si vede
Gittar la canna lo Spagnuol leggiadro,
Orlando il grave desco da sé scaglia
Dove ristretta insieme è la canaglia.
     A chi ’l petto, a chi ’l ventre, a chi la testa,
A chi rompe le gambe, a chi le braccia...


Orlando, tanto forte, il rappresentante della forza fisica nella Cavalleria, ha altri caratteri distintivi: vi congiunge quell’equi-