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i24 la poesia cavalleresca

5. — Astolfo.


Il damerino Astolfo, provvisto di un libretto de’ rimedi degli incanti, della lancia d’oro che atterrava tutti, d’un cavallo alato e di un corno che, a sonarlo, fa fuggir di paura chiunque sente quel suono, diviene l’organo dell’immaginazione in questo poema; è nel cavalleresco quello che Dio, san Michele e la Discordia sono stati nell’epico; è la macchina soprannaturale: è un uomo destinato a grandi imprese.

L’azione epica è l’assedio di Parigi; l’azione cavalleresca, la pazzia d’Orlando; mezzi soprannaturali liberano Parigi; mezzi soprannaturali rinsaviscono Orlando: c’è una macchina epica ed una macchina cavalleresca. Astolfo, il buffone del Pulci, il damerino del Boiardo, diventa il braccio di Dio!

L’azione epica succede intorno Parigi, e Astolfo si spassa a viaggiar sull’ippogrifo. Gli altri guerrieri lasciano Parigi, incontrano avventure e vi ritornano; lui se n’è dimenticato; è come un hors-d’-oeuvre; è l’espressione più compiuta del bisogno che abbiamo di gettarci nel fantastico quando la realtà ci par troppo angusta, che vive sempre nella plebe, fanciullo perpetuo, straniero alla civiltà, che tanto più s’appassiona pel meraviglioso quanto meno comprende la realtà, e nei ragazzi, che vi renderete sempre amici coi racconti fantastici. Il tempo e lo spazio non hanno ragione su lui; ha unificato la realtà e l’immaginazione.

Il corno vi darà situazioni comiche, giacché il poeta scherza con questa macchina e vi getta sopra la sua ironia. Astolfo viaggiando con altri compagni in una terra dominata dalle donne, che non volevano conceder loro di passar oltre, risolvono di aprirsi a forza una via; non riuscendo loro, Astolfo ricorre al corno. È una delle più stupende descrizioni degli effetti comici della paura, che accieca e fa cader spesso dal pericolo immaginario nel reale. E l’autore dice: — Bene sta: questi sono plebe e fuggono, la paura è natura nella lepre — . Ma Marfisa, Gui-