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v. l’«orlando furioso» ii5

avea lite con Ruggiero, con Rodomonte e Marfisa; Rodomonte avea lite inoltre con Ruggiero; e ciascuno vuol essere il primo a combattere. Agramante li induce a ricorrere alla sorte.

     Fe’ quattro brevi porre: un Mandricardo
E Rodomonte insieme scritto avea;
Ne l’altro era Ruggiero e Mandricardo;
Rodomonte e Ruggier l’altro dicea;
Dicea l’altro Marfisa e Mandricardo.
Indi all’arbitrio de l’instabil Dea
Li fece trarre: e ’l primo fu il Signore
Di Sarza a uscir con Mandricardo fuore.
     Mandricardo e Ruggier fu nel secondo;
Nel terzo fu Ruggiero e Rodomonte;
Restò Marfisa e Mandricardo in fondo;
Di che la donna ebbe turbata fronte.
Né Ruggier più di lei parve giocondo:
Sa che le forze dei duo primi pronte
Han tra lor da finir le liti in guisa.
Che non ne fia per sé, né per Marfisa.

Si può dire che il comico non si sia fin qui sviluppato: manca la rappresentazione. Si fa lo steccato. Mentre le turbe aspettano impazientemente che s’incominci, si sente un baccano, un gridio venir dal padiglione in cui Gradasso armava Mandricardo. Gradasso, nel dargli la spada, la riconobbe per Durindana e gli chiese come l’avesse. Mandricardo gli risponde alla stordita; Gradasso non l’ascolta neppure.

     E dimandògli se per forza o patto
L’avesse tolta al conte, e dove e quando.
E Mandricardo disse ch’avea fatto
Gran battaglia per essa con Orlando;
E come finto quel s’era poi matto,
Cosi coprire il suo timor sperando,
Ch’era d’aver continua guerra meco,
Fin che la buona spada avesse seco.