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ii2 la poesia cavalleresca

tutti i poemi cavallereschi, ma senza significato; sono risse introdotte per rappresentare battaglie o duelli. Vi sono dispute nell’epopee che rafforzano l’elemento epico, che servono ad equilibrare le forze, come l’ira di Achille e l’ira di Rinaldo. Nell’Ariosto la Discordia è la baia del poema epico; scioglie tutto l’elemento cavalleresco pagano irremissibilmente; toghe il contrasto; dissolve l’azione sociale in azione individuale. Il romanzo succede alla epopea, la battaglia degenera in duello (Rinaldo e Ruggiero; i tre cristiani contro i tre pagani). La Discordia rappresentata dall’Ariosto ha un senso profondo: è la caricatura della Cavalleria.

La decadenza dell’epico, che era giunto al sommo interesse nel combattimento di Rodomonte, è preparata con mezze tinte e tatto squisito: il ridicolo non giunge improvviso.

Rinaldo vince ed assedia nei loro campi i guerrieri pagani. I cavalieri pagani lasciano le loro avventure particolari e ritornano al campo per difendere il loro signore. Sono in due drappelli che si succedono a mezz’ora d’intervallo, e forano l’esercito cristiano: il primo è composto di Rodomonte, Mandricardo, Gradasso e Sacripante; il secondo di Marfisa e Ruggiero. L’invenzione è presa dal Boiardo; l’Ariosto l’ha resa poetica. Il Boiardo ha avuto il torto di particolareggiare e di fermarsi su’ particolari, di non rappresentar la cosa con la rapidità del fulmine; ci tira pe’ capelli nella realtà e divien ridicolo. L’Ariosto ha capito che tutto dev’essere un giuoco d’immaginazione.

Le rovine cagionate da un fulmine in una casa ponno essere rappresentate direttamente, ed anche indirettamente descrivendo le impressioni del padron di casa nel vederle. L’Ariosto, avendo a rappresentar due azioni simili, i due assalti de’ due drappelli, ha rappresentata la prima indirettamente. Carlo armato esce e chiede ragione del tumulto. Nessuno sa di che si tratti; va innanzi e trova de’ fuggiaschi che non danno retta né alle sue minacce, né alle sue esortazioni: procede e trova feriti, trova cadaveri; era la «riga» di sangue lasciata da’ guerrieri nel traversar l’esercito cristiano: