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v. l’«orlando furioso» | 99 |
poetiche; vi riman sempre un fondo volgare e prosaico. Una poesia ha valore perché qua e là, se ne spiccano le parti poetiche che hanno rilievo dal contrasto. Il tono per un poeta narrativo è il semplice, lo spedito, dal quale potete innalzarvi a qualunque elevazione, seguendo il soggetto senza che paia brusco.
L’Ariosto ha potuto giungere ad una infinita varietà di stili e toni senza render mai suono falso, giacché adopera sempre il tono richiesto dal soggetto; ed ha potuto passarvi senza aver nulla di ributtante. Tasso non può passare al chiaroscuro, alle parti inferiori, perché il suo tono dominante è quella esaltazione; in Ariosto dopo due versi ammirabili ne trovate due che fannovi scoppiar di risa; è l’antidoto del cattivo gusto.
In che consiste questo tono di conversazione? Primo, nel periodo, nel modo di concepir l’ottava. Chi parla in quantunque, analizza il suo pensiero, ne scarta quanto è volgare, e lo condensa in un verso che gitta come un colpo di pistola. Tal’è il procedimento del Tasso. Prendete la sua prima ottava
Canto l’armi pietose e ’l capitano Che ’l gran sepolcro liberò di Cristo. |
Molto egli oprò co ’l senno e con la mano molto soffri nel glorioso acquisto. |
E invan l’Inferno a lui si oppose e in vano S’armò d’Asia e di Libia il popol misto... |