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34 la giovinezza


Uso alle Notti di Young e a Iacopo Ortis e alle Notti Romane del Verri, quel dire semplice e sgrammaticato del Villani non mi entrava. Ma quando vidi una eletta schiera di giovani sobbarcarsi a quelle letture, e professare quelle dottrine del Puoti con entusiasmo di novellini, mi dovetti persuadere che Francesco Costabile ne sapeva più di me, e ch’io era un ignorante, e doveva rifare i miei studi. Il desiderio di comparire, e di piacere al Marchese e di attirare i suoi sguardi entrava in gran parte nella mia persuasione. E lasciai lí studi di filosofia e di legge e letture di commedie, di tragedie e di romanzi e di poesie, e mi gittai perdutamente tra gli scrittori dell’«aureo Trecento». Con la foga del novizio divoravo da un capo all’altro un libro intero, e non ristetti, finché non ebbi sfogliati un gran numero di quei volumi. Invano Costabile gridava, che si dovesse leggere con ordine e notare i più bei modi di dire. Prima di darci un libro nuovo, voleva vedere il quaderno del libro letto. Io voleva ch’egli credesse alla mia parola; e quando si ostinava, improvvisava un notamente di frasi da un giorno all’altro. Talora mi faceva il tiranno, e io che poco credevo alla sua divinità, andavo lacrimoso dal Marchese e me ne richiamavo con lui.Nella mia malizia cercavo qualche motto o parola o frase ch’era in grazia del Marchese, ed egli andava in sollucchero e mi diceva: — Bravo! — C’era tra i giovani una gara a chi salisse più in grazia del Marchese; i più diligenti andavano a lui anche il mattino; si chiacchierava, si leggeva, si copiava, si correggeva errori di stampa; io ci avevo acquistato l’occhio, e il Marchese mi voleva presso di sé il mattino per la correzione dei Fatti di Enea, ristampati e annotati da lui.

Il regno di Costabile durò poco; si seccò dell’ufficio, e il Marchese si seccò di lui, che andava ricalcitrando con moti d’impazienza. Successe l’abate Meledandri, un pugliese falso e astuto, che s’insinuava come serpente, lisciando e adulando, e s’imponeva con arroganza ai minori. I compagni l’odiavano di gran cuore; ma nessuno fiatava per tema del Marchese che l’aveva caro per quel suo fare ipocrita di Madonna con gli occhi bassi.

Io non gli avevo invidia, perché mi pareva troppo alto; ma sentivo per lui una grande antipatia. Egli se n’era accorto, e