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essenza | 259 |
suo essere posto è solo in sé l’essere posto dell’altro; ma esso non lo contiene ancora, ed è indifferente a questo rapporto. Perciò forma essenziale, ma contenuto non ancora riflesso nelle sue parti, o forma reale.
b)
IL MONDO APPARENTE ED IL MONDO ESSENTE IN SÉ
Il contenuto dell’apparizione diverso da quello del porre e l’esistente che ha per fondamento la sua negatività, o è riflesso nel suo non essere, o altro. Ma questo è pure un esistente, così riflesso nel suo non essere: perciò lo stesso, e l’apparente è nel fatto riflesso non nell’altro, ma in se stesso: e questa riflessione dell’essere posto in sé è appunto il Porre. Questo perciò è non solo la semplice identità dell’apparizione con sé, astratta immediata unità o base, ma come apparente o riflesso essenzialmente, nel suo non essere è ancora fondamento dell’apparizione, contenente cioè in sé la negazione o l’altro, e perciò negativa unità. Dapprima esso era un differente contenuto, e solo formale riflessione in sé — positiva identità. Ma perché ora le sue parti sono non solo differenti e indifferenti fra loro, ma in negativo rapporto, perché ciascuna contiene in sé il suo altro, e insieme come sostanziale lo scaccia da sé, la positiva identità è posta o reale. Il porre è quindi non più una parte del tutto, di cui l’altra sia l’apparizione come tale, ma il Tutto — totale riflessione dell’apparizione, l’esistenza compiutamente in sé ritornata, riflessa nel suo assoluto essere altro in sé e per sé — contenente anche il momento dell’inessenziale varietà, ma come inessenzialità riflessa o essente in sé, o essenziale Negatività — non più varietà di determinazioni indifferenti, accidentali, indeterminabili, ma in essenziale rapporto — sostanziale realtà, ma riflesse esistenze contenuto non vario, ma concordante essenzialmente con sé.