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rali. Come la materia, determinata dalle sue forze o leggi e dalle condizioni esterne, raggiunge una forma vitale; così il contenuto poetico, la materia cioè o l’argomento, determinato dalle forze del poeta e dalle condizioni esterne in cui egli vive, si specializza, prende una data situazione, acquista la sua forma, diviene un organismo. La poesia, come la natura, è un lavoro di concentrazione e di diffusione insieme, e lo paragonavo a un circolo, dove la concentrazione nel centro produce la diffusione ne’ raggi,e anche al sole, luce concentrata che si diffonde nei pianeti.

Io metteva molto calore in queste lezioni, con un moto di braccia, con una energia d’accento, come se avessi un avversario dinanzi a me. La gioventù mi seguiva con attenzione religiosa, come s’io fossi un predicatore di culti nuovi. Certo, in quella estetica improvvisata, ch’io andava predicando da tre anni, c’era un tantino di esagerazione. Invaghito della individualità di ciascun contenuto, davo poca importanza alle specie e a’ generi, al comune e all’universale, alle relazioni, alle somiglianze, a’ contrasti. Ma la conseguenza fu buona. I giovani si avvezzarono a far getto delle vuote generalità, a metter da parte regole e modelli, a studiare gli scrittori, inviscerandosi in essi. C’era meno presunzione e più studio.

Quelle generalità non erano solo nella scuola antica o classica. Peggio facevano certi novatori, i quali cercavano il segreto dell’arte nei concetti e ne’ tipi. Si fondavano sul Vico, che cercava nell’arte le idee e i tipi, e giudicavano il valore delle opere poetiche secondo la verità e la grandezza delle loro idee e l’eccellenza de’ loro tipi, trascurando in tutto la forma e l’espressione. Perché s’era abusato delle forme, essi le cancellavano, e riducevano la poesia a concetti e tipi generici. Questo pareva a me una esagerazione peggiore, perché, se quelli guardavano nella poesia le forme più grossolane, questi le sottraevano tutta la parte viva, sì che ella vanía in astrazioni filosofiche. Ora io combattevo anche con maggior calore queste esagerazioni. Non potevo con pazienza sentir dire che l’Iliade rappresenta lo stato di famiglia, e che Achille rappresenta la forza. Mi pareva che tutte queste rappresentanze fossero generalità astratte, e che a