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348 | giacomo leopardi |
dell’anima sua, con un senso più spiccato di vivo e di moderno», N «Ritorna il pittore dell’anima che brucia di un ardore solitario e vi si consuma, nella sua impotenza di assimilarsi il reale. Qui dove fu il suo dolore e la sua malattia, fu anche la sua originalità e la sua eccellenza. Ma ritorna con senso di vivo e di presente» (brano che in A porta cancellato il periodo «Qui... eccellenza»), A1 «Ritorna il pittore dell’anima, ma con un senso di vivo e di presente». P. 266 rr. 9-10: «della Crestomazia», A «per la Crestomazia»; ivi rr. 12-14: «Giovarono forse anche i lunghi colloqui col Manzoni, che dovettero stornarlo da quelle forme solenni e clamorose», A «Giovarono soprattuttto anche i lunghi colloquii col Manzoni, le cui opinioni se non poté accettare nella parte dello stile e della lingua, dovettero pure stornarlo da quelle forme solenni e piene di rimbombo (N ‘reboanti’); ivi r. 20: dopo «stesso», A ha il periodo «La guerra... indifferenti» che in Na si legge a p. 203 rr. 3-4; ivi rr. 26-29: il brano «Nella sua vita... in sé stesso» in A si legge nella seguente maniera: «La sua vita è semplicissima: fantasticare sopra sé stesso alzandosi all’universo, fantasticare sull’universo, con ritorni continui in sé stesso»; ivi r. 26: «vita solitaria e monotona», A1 «vita ordinaria e monotona»; ivi r. 35: dopo «sentire» in A il capitolo termina così: «Poetando cantava la sua infelicità con quell’oblio, con quella effusione che allevia il cuore. Il concetto stesso dell’arte gli si era purificato. Quell’arte per sé stessa, quel giuoco dell’immaginazione, quell’andar cercando generi, forme e modelli gli doveva parere una profanazione. Era salito a quel punto di perfezione che la forma non ha più valore per sé, e non è che voce immediata di quel di dentro, in fusione perfetta. L’uomo era venuto nella piena coscienza e nel pieno possesso di sé». N riproduce, all’inizio del brano, le seguenti parole cancellate in A: «poetando cantava e sentiva sé stesso e dovea sentirsi felice in que’ rari momenti ch’egli cantava». P. 267 r. 15: «ricrea l’amore», A1 «ricrea i suoi amori»; ivi r. 18: «come, non sai», A1 «come, non sai, ma è il miracolo dell’arte»; ivi r. ’23: «che comparvero», A1 «pubblicate».
Cap. XXXVII. Di questo capitolo possediamo due redazioni in due manoscritti della Biblioteca di Avellino: uno autografo (A) e una copia riveduta da quello (A1). Diamo qui le varianti di A rispetto ad A1 che noi seguiamo.
P. 268 r. 2: «la prima età», A «quella prima età»; ivi r. 9: