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l’edizione del saggio leopardiano di G. L. Tenconi (Saggi e scritti di F. De Sanctis, Milano, Barion, VIII, 1941), che, utilissima per il vasto commento, riproduce nel testo gli errori del Cortese, di cui elimina congetturalmente solo alcune sviste più evidenti.

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Nella presente edizione abbiamo seguito l’ordine indicato dal Croce nel Disegno sopra citato e già seguito dal Cortese, riportando dopo i trentadue capitoli del manoscritto di Napoli, i sei capitoli pubblicati per la prima volta dal Croce e aggiungendo in appendice oltre alla lezione introduttiva, la lezione su La vita solitaria, i due brevi scritti del manoscritto di Avellino (Silvia e A Recanati) e gli appunti delle lezioni zurighesi.

Per i primi trentadue capitoli abbiamo seguito fedelmente il testo del manoscritto di Napoli, utilizzando il testo dei giornali (Roma e Diritto) per correggere sviste dovute ai diversi copisti del manoscritto1. Per i sei capitoli successivi abbiamo riprodotto il testo della Nuova Antologia (per i capp. XXXIII, XXXIV, XXXV, XXXVI) e quello del manoscritto più recente (per i capp. XXXVII e XXXVIII). Nell’appendice abbiamo riprodotto il testo dei giornali per la lezione introduttiva, quello del Torraca già citato per la lezione su La vita solitaria, quello dei manoscritti di Avellino per i due scritti Silvia e A Recanati e quello del manoscritto del Frizzoni per gli appunti delle lezioni zurighesi.

Per la grafia e la punteggiatura ci siamo mantenuti sostanzialmente fedeli al testo riproducendone le particolarità della doppia i in parole come esercizii, idillii ecc. (ma studi, come si legge sempre anche nelle parti autografe del saggio), e le oscillazioni tra giovane e

  1. Delle 344 pagine di questo (tutte numerate dal De Sanctis che aggiunse anche l’indicazione cronologica sopra i titoli dei primi 22 capitoli), solo una decina sono completamente autografe. Le altre sono dovute a tre copisti: al primo (che spesso interviene insieme al De Sanctis a correggere il testo degli altri due) si devono le pp. 1-65, al secondo le pp. 66-185, al terzo le pp. 186-344. Le pagine scritte dal primo copista sono certamente le più recenti e corrispondono ai primi quattro capitoli in cui la materia delle lezioni fu più profondamente rielaborata. Le altre parti derivano da quaderni precedenti, in cui il De Sanctis aveva già fatto copiare il testo dei giornali e su cui, negli ultimi mesi del 1883, egli apportò modificazioni, correggendo, tagliando e aggiungendo in vista della pubblicazione. Le modificazioni vanno facendosi sempre più rare dopo il cap. XIV, con cui finisce la parte corrispondente alle lezioni.