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272 | giacomo leopardi |
lampo che splende e passa. Ma, ancorché fuggitivo nella espressione, lo senti sempre presente nella intonazione.
Perché qui non è moto violento e tumultuoso di una passione strettamente personale che fissi la tua contemplazione nella miseria dell’individuo; non ci è l’accento dell’amore o dello sdegno o della disperazione. Il sentimento è pacato e soave; il dolore prende la forma elegiaca di lamento. E quando, in ultimo, la speranza nel suo sparire indica con la mano la «fredda morte ed una tomba ignuda», senti una stretta al cuore con sentimento d’uomo più che di individuo.
Questa personificazione della speranza può parere una freddura; ma non fa cattivo effetto, espressa come è in una forma punto esagerata. Più che di persona, ha l’aspetto di una statua immobile, in una certa attitudine, che esprime il suo pensiero senza parole. Può parere la statua dell’Umanità all’ingresso di un cimitero. Questa è l’ossatura e il congegno della poesia sottoposta al discorso della mente. Ma se la guardiamo nel vivo della ispirazione e nell’atto della creazione, troveremo che la sostanza della poesia è Silvia, e che tutto il resto è accompagnamento. Silvia non è questa o quella donna; è il primo apparire della giovinezza in un cuore femminile, in tratti generali, ma così fissati e precisi e vivi che le danno un carattere e una fisonomia. Di tal natura sono quegli occhi «ridenti e fuggitivi», e quel «lieta e pensosa», e quel «salire il limitare di gioventù», ed il «perpetuo canto» ed «il vago avvenire».
Silvia non ha niente di comune con Elena o Beatrice o Margherita. Ella si mostra pura di ogni elemento soprannaturale o spirituale o simbolico. È la poesia nella verità della natura, nella realtà della esistenza. Non ci è più storia, non ci è più cielo, non ci è più redenzione. Siamo nel regno della natura. Nessuna differenza di famiglia, di nazione o di forma sociale penetra qui dentro. La scena è il mare e il monte in lontananza, il sole che tramonta, gli orti e le vie dorate, bellezza e malinconia di natura. E là si svolge questo idillio della vita, questo mistero della natura.