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XXXV

«IL RISORGIMENTO»

E che è questo risorgimento di Leopardi? Forse è divenuto felice? No. Anzi è più vivace la coscienza della sua infelicità:

Mancano, il sento, all’anima
Alta, gentile e pura,
La sorte, la natura,
Il mondo e la beltà.

Forse gli volse un riso la speranza? No. Anzi la sua trafittura è d’averla perduta per sempre:

Ahi della speme il viso
Io non vedrò mai piú.

Sono mutate le sue idee sul mondo? L’immagine, l’errore sono non più errore, ma cosa salda; sono la verità? No.

    Dalle mie vaghe immagini
So ben ch’ella discorda:
So che natura è sorda,
Che miserar non sa;
    Che non del ben sollecita
Fu, ma dell’esser solo...

La morte della speranza, l’impura vista della infausta verità, il sentimento della sua infelicità non è qui affievolito, anzi vi è ribadito e illuminato. Perché, dunque, si sente risorto? Cosa è