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xxxiv. a pisa 253

molestano, ma il sangue circola più libero, più vivace, tra quell’aria pura, e gli rimette in moto tutte le sue facoltà. Le sue passeggiate dventano poetiche; la via «deliziosa» per la quale suole andare, è battezzata dalla sua immaginazione, è chiamata la «Via delle rimembranze». E così camminando «sogna a occhi aperti», s’abbandona all’onda delle sue immaginazioni, gli pare «di esser tornato al suo buon tempo antico», come il 25 febbraio scrive alla Paolina. E il 2 maggio le fa questa confidenza:

Io ho finita oramai la Crestomazia poetica: e dopo due anni ho fatto dei versi quest’aprile, ma versi all’antica, e con quel mio cuore d’una volta.

Ciò che non gl’impedisce di scrivere tre giorni dopo al Giordani quella triste lettera: «Io non sono nulla»!

Leopardi è risorto e canta il suo risorgimento.