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236 | giacomo leopardi |
il dialogo non è un discorso e non è un trattato; che è un conflitto d’idee espresso nella lotta delle persone e che ci può benissimo aver luogo l’eloquenza e la immaginazione. Sa che il dialogo è uno stato mezzano tra la nuda prosa e la nuda arte, e può ricevere in sé tutti i motivi drammatici. E se è ricorso a posizioni fantastiche, è stato appunto per creare una favola atta a suscitare essi motivi.
In effetti, perché affaticarsi a trovare il Folletto e lo Gnomo, Prometeo e Momo? a tirarci con lo spettacolo nelle regioni dei fantasmi e dei morti? A che, se appena alzata la fantasia, conclusione doveva essere un ragionamento ordinario? Davvero non ne valeva la pena.
Ma no. Egli ha la mira ad una vera scena drammatica; vuol produrre effetti comici e porre in giuoco i pregiudizii volgari. Vuole e non riesce.
Posizioni fantastiche inducono singolarità non nel modo di ragionare, che è sempre quello, ma nelle impressioni e ne’ moti dell’anima. Prometeo e Momo ragionano come tutto il mondo, ma con proprie impressioni e sentimenti, dov’è lo spirito comico. Non si vede che il disinganno commuova Prometeo, e non si sente la festività epigrammatica di Momo: tanto valeva mettere in quel dialogo di Prometeo un Tizio e un Caio.
Il cartellone ti dà grande aspettazione; è nientemeno una Scommessa di Prometeo; leggi e rimani freddo, ti par d’essere nella età della pietra, dove la vita é quasi ancora cristallizzata. In Ercole e Atlante il concetto è fino, e l’invenzione piccante: figurarsi la terra, tanto superba di sé, palleggiata tra due, come fosse una pallottola! Simile singolarità di concetto e d’invenzione è in Moda e Morte, nel Folletto e lo Gnomo. Sono soggetti comici, senza vena comica. E se comico c’è, è nella frase, manca lo spirito. Tentativi di caricatura e d’ironia ci sono, non manca qualche frizzo. Ma tutto è debole, «telum sine ictu». Il riso non ha fiato, muore sulle labbra.
Gli è che Leopardi, com’è stato detto, potentissimo a esprimere i moti del proprio petto, non avea forza di trasferirsi al di fuori, e rappresentare una vita disforme alla sua. I suoi Momi