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xxvii. «pensieri e detti» 215

onde viene la necessità del periodo, che è quel voler circondare una proposizione di tutte le sue circostanze accessorie. Ora, questo difetto sostanziale è rimasto anche nella prosa leopardiana, dove spesso una premessa chiara è sviluppata con lungo e sottile discorso; e trovi non solo le cose, ma tutte le giunture e le particolarità delle cose. La qual minuta esposizione genera impazienza negli intelletti moderni, usi a veder chiaro e presto al solo apparire delle cose, massime a questi tempi del telegrafo e del vapore. A quel modo che i dialetti si mangiano le sillabe, e con ellissi e stroncature e sottintesi riescono più vivi e più rapidi della lingua materna, oggi il medesimo lavoro si fa nelle lingue, e si cerca rapidità e brio, e si viene subito a conclusione, e si mangia le premesse. È un progresso nel pensiero, che richiede uguale progresso nella espressione: e non ci è peggior cosa che trovar nella lingua processi e forme antiche, tenute inviolabili, che ci costringano e arrenino entro il pensiero. Oggi, grazie soprattutto alla libertà politica, nasce una prosa più spigliata, di una elasticità conforme alle infinite pieghe di un pensiero più sviluppato, e con la sua base nel vivo della lingua in uso. E Leopardi vi si accosta, quando, uscendo dai soliti andirivieni, condensa e scolpisce in prosa così felicemente come fa in verso.

Non è dunque meraviglia che queste prose, per rispetto e alle opinioni e alla maniera della esposizione, sieno rimaste senza alcuna azione sullo spirito italiano.

I Pensieri messi a stampa sono centundici. Altri se ne trovano nei manoscritti alla Nazionale di Firenze; altri molti si dicono smarriti.

Queste note, scritte in varii tempi ed in varie occasioni, non hanno un concetto unico, non un indirizzo chiaro nelle idee e nella espressione. Valgono a finire il ritratto del loro autore, dandoci le sue impressioni immediate e per dir così in veste da camera, che sono rivelazioni subitanee dell’animo.

Ma se le impressioni sono immediate, l’espressione è molto limata, e sembra che in varii tempi l’autore ci sia tornato sopra. Spesso vi si nota una precisione e una concisione, che pare naturalissima ed è frutto di molte cancellature.