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iv. i «promessi sposi» 85

in Italia, ne’ più bassi strati sociali: al che contribuì non poco quella sua familiarità e facilità di espressione. La popolarità dello stile è l’araba fenice, appresso alla quale oggi corrono i nostri scrittori. E credono sia un meccanismo così facile ad acquistare come fu il meccanismo classico. La letteratura scolastica abbonda specialmente di cotali meccanismi. Vogliono contraffare il fanciullo, vogliono scimmieggiare il nostro popolino, pigliando ad imprestito il loro linguaggio, e sto per dire il loro cervello. E chiamano loro precursore Alessandro Manzoni, e si dicono manzoniani, come le scimmie di Petrarca si dissero petrarchisti. Credono che quel linguaggio di Manzoni stia da sé, faccia modello, come faceva modello quel linguaggio solenne e nobile che fu detto classico.

Ne’ Promessi Sposi linguaggio e stile non è costruito a priori, secondo modelli o concetti. L’è conseguenza di un dato modo di concepire, di sentire e d’immaginare. Lo stile è la combinazione delle due forze che aveva lo scrittore in così alto grado, la virtù analitica e la virtù immaginativa. Uso a decomporre, a distinguere, ad allogare secondo una certa misura o limite interno, che non è altro se non il senso del vero, l’espressione è sempre precisa e giusta, cioè vera, ed è insieme semplice, perché l’interna misura esclude ogni esagerazione ed ogni complicazione. Tutto è a posto, e tutto è nel suo limite; niente v’è di sì complesso, che non sia distinto e semplicizzato; perciò tutto è vero e tutto è semplice. Queste virtù intellettuali sono in lui anche forze morali, perché tutto è armonia in quella mente. Il suo senso del vero è fortificato dalla sua sincerità, il suo vigore analitico è ajutato dalla sua serenità e imparzialità, e quel suo gusto del semplice è anche semplicità morale, che lo tien lungi da ogni affettazione e ostentazione, da ogni ricerca di effetti artistici che non sieno inclusi naturalmente e immediatamente nel suo argomento. Questa è la base solida e direi organica del suo stile, non fabbricato per meccanismi o processi esterni, ma nato e formato nel suo spirito. Dico la base, perché se questo basta allo scienziato, non basta all’artista. Ci è il disegno, non ci è il colorito. Ma come il poeta s’interna nelle