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iv. i «promessi sposi» 69

razione. È una specie di epopea che fa la sua ultima apparizione nel nostro mondo borghese, messa al séguito di Renzo e Lucia.

Lucia è un personaggio anch’esso ideale, cioè vicinissimo al suo tipo, ma di altra natura e forse tra’ più originali della poesia italiana. Nuova alla vita, d’indole soave e pudica, purissima, tutta al di fuori, semplice di fede e di cuore, il poeta che vagheggiava un tipo femminile del suo ideale, ha trovato nel contado un modello, che verso quel tipo si può dire imperfetto, e perciò appunto è perfetto nel giro della sua vita propria. Essa non ha immaginazione e non ha iniziativa, non ha ricchezza sufficiente per rappresentare degnamente l’ideale del poeta. È un ideale, se posso dir così, iniziale e passivo, rimasto così com’è stato stampato e fazionato dalla madre e dal confessore, senz’alcuna discussione e opposizione interna, senz’alcuna deviazione o transazione venutale dall’esperienza della vita, senz’alcuna capacità di malizia e di riflessione. La vita, appena schiusa, rimane lì, ignorante e incosciente, e senz’alcuna forza di resistenza e di difesa. Fanciulle simili vennero poi in moda, Ildegonde e Lide e Ide e Marie ed Eugenie, nuove Arcadie e nuove pastorellerie. Sono degenerazioni di quella giovinetta così semplice e così terribile nella sua debolezza. Perché ella è in fondo il sentimento religioso e morale comune a tutti, alterato e diminuito nell’esercizio della vita, e in quel cuore adolescente intero, tranquillo, sicuro, naturale come in sua propria sede, che tocco appena manda suoni tanto più terribili, quanto meno consapevoli. Che sa Lucia, quale terribile effetto debbano produrre sull’animo dell’Innominato queste parole così semplici: «Dio perdona tante cose per un’opera di misericordia»? Il nome di Dio pronunziato con energia di predicatore da padre Cristoforo, irrita e provoca don Rodrigo; uscito con semplicità, senza alcuna intenzione di effetto, da quelle labbra innocenti e supplichevoli, vince e trasforma l’Innominato. «Perdona tante cose!». Frase vaga, come un suono musicale, ma terribilmente concreta per quell’uomo, che si vede sbucare avanti tutta la serie de’ suoi delitti. Quell’ideale rifuggitosi nell’ingenuo e inconscio petto di una fanciulla è una immagine assai più poetica e più persua-