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42 | saggi |
suoi contemporanei, com’era la quistione delle unità, e l’altra de’ personaggi reali e ideali, e che cosa è il romanzo storico, e in che proporzione stanno storia e poesia, e se e come si può fondere insieme inventato e accaduto. È maraviglia, come uomo vivuto in quest’ambiente vi si possa elevare e respirare aria libera. E maraviglia è appunto il grand’uomo che fece questo miracolo.
Certamente, chi fa la storia della critica dee tener conto delle quistioni anche più piccole, perché sotto le forme più umili traluce sempre il pensiero umano nel suo cammino ascendente. Quelle quistioni, divenute piccole a cinquant’anni di distanza, hanno pure agitato i più nobili spiriti di quel tempo, che ci vedevano con più o meno di coscienza nuovi orizzonti aperti alla scienza ed all’arte. Era in fondo la lotta tra l’idealismo e il realismo, o, come diceva Manzoni, fra l’inventato e l’accaduto, e gli spiriti più elevati e perciò spassionati e conciliativi, si affannavano alla soluzione di questo problema: sviluppare un mondo ideale in un mondo storico. Il problema era mal posto; pure la sincerità e l’ardore della ricerca e la serietà de’ tentativi, quella tensione dello spirito intorno a nuove fonti e a nuovi assetti dell’arte, sono sempre stimoli non ultimi e non deboli nelle produzioni geniali. L’opera mossa da certi preconcetti li oltrepassa, viola gli arbitrarii limiti personali e intenzionali, e riesce a risultati generali e permanenti, che non erano nella mente dell’Autore.
Manzoni voleva fare un romanzo, che avesse a un tempo un grande interesse storico e un grande interesse religioso e morale; voleva quel medesimo che volle nel Carmagnola e nell’Adelchi. Ivi il mondo storico è di tale importanza, che ha i suoi fini in sé medesimo, e non lascia che parti accessorie ed episodiche a Marco, Ermengarda, Adelchi, ideali passivi e queruli, fuori di posto in un mondo che non li comprende, perciò lirici, punto drammatici. Accanto a una storia ferrea senti in questi ideali e ne’ Cori le voci di un mondo divino, impotente a trasformarla, rimasto staccato e malinconico. Non ci è intima fusione, e non ci è serio antagonismo, non ci è il dramma; e che importa? Ci