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sentato da Fra Cristofaro e dal Borromeo, quello del male da Don Rodrigo e dall’Innominato, e l’intermedio, che ha un po’ dell’uno e dell’altro, e che però si accosta di più al comune della vita.
Quale di questi tre gruppi sono usciti con carattere piú geniale dell’immaginazione del Manzoni?
È il gruppo intermedio dove Manzoni sta più a suo agio, gruppo rappresentato specialmente da Don Abbondio; ed è questa la conseguenza del già detto.
Ora domandiamo qual’è la genialitá di questa figura.
V’ha due specie di comico, o signori, il comico dell’intelletto, che è la sciocchezza, ed il comico della volontà che è la paura.
Il primo momento comico è il Calandrino, ch’è il comico intellettivo, e che rappresenta il risveglio dell’intelligenza negli Italiani, poiché tutto ciò che è ignoranza della plebe vien messo in ridicolo; è la borghesia progredita nell’intelligenza che si diverte alle spalle di quella. Ed all’ironia intelligente della borghesia di que’ tempi offriva campo anche il prete, il quale, abusando dell’ignoranza della plebe, faceva crederle tutto ciò che voleva per interessi proprii ed interamente mondani; ed accanto al prete ci avete il frate, la cui caricatura è nel Fra Timoteo del Macchiavelli. Sicché la plebe ed il prete erano le due basi comiche di que’ tempi.
Dopo il Concilio di Trento il prete sparì dalla scena: e poiché la volontà di far qualche cosa cresce a misura che una legge la proibisce, invece del prete, dopo il Concilio, trovate l’Astrologo, il quale, come il primo, cerca d’ingannare gl’ignoranti per profittarne. E dopo quell’epoca il prete non comparve più sulla scena fino a’ Promessi Sposi, se se ne accettano certi lavori osceni scritti anche da preti; e voi già indovinate le novelle dell’Abate Casti.
Questo fondamento del comico subì una modificazione dopo il Cinquecento, perché le classi fatte comiche erano due-, la Nobiltà ed il Clero, e la prima ebbe il suo poeta in Parini, il quale era pure un prete, e che è il grande comico sociale, a cui si può aggiungere il Tartufo di Molière.
Fin qui abbiamo il comico dell’intelletto.
Dopo il Concilio di Trento il comico è scambiato; quella che pria metteva, ora è messa in caricatura, ed il comico va a riversarsi sopra la borghesia, che prima aveva posto in burla la plebe ed il prete, borghesia tuttora istruita, ma debole di fronte alla oligarchia, e però ipocrita, carattere che conserva tuttora. Ora il Guicciardini, ne’ suoi Ricordi, elevò con fina critica ad arte di saper vivere tutta l’abbiezione di quella classe, e la sua formola è: stare col piú forte; navigare in modo destro da non aver brutti incontri; la ragione star nella forza, e simili.
Ora nessuno in Italia aveva prima del Manzoni rappresentata e messa