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poeta subbiettivo, perché ivi comincia qualche sentimento che si congiunge alle rivelazioni dell’animo dello scrittore. Il più grande poeta obbiettivo è l’Ariosto, ed in Goethe istesso le forme sono le obbiettive, ed esse più di ogni altra hanno vivacità e freschezza.

Ma quella del Manzoni non è una forma ariostesca; in essa vi è un carattere speciale, perché il mondo del Manzoni non è quello della prima impressione come in Omero: noi troviamo la forma manzoniana in uno stato riflesso, perché l’autore spiega i suoi personaggi. Prima che Don Abbondio entri in iscena, Manzoni ce lo spiega; egli fa il critico prima d’essere artista, ed è questo che contraddistingue lo scrittore moderno.

La rappresentazione dunque obbiettiva del Manzoni è penetrata dalla forza della critica. La potenza straordinaria dell’analisi del nostro autore dà a’ suoi personaggi quella verità e vivacità che viene appunto dal profondo sguardo critico con cui li vede; e da ciò nasce la sua potenza plastica, perché, analizzando, dà loro le forme esterne adeguate e ci dà personaggi come Don Abbondio, che dopo avercelo descritto in una certa occasione, improvvisamente esce fuori col dirvi che girava gli occhi di qua e di là come se avessero paura d’incontrarsi con le parole; dandoci cosí in un sol tratto mirabilmente spiegato l’animo del prete.

Ed ora che abbiamo visto l’uomo, vediamo come egli si metta all’opra.

Lezione XII. [La forma dei «Promessi Sposi»]. — Correzioni al giornale:

p. 257 r. 22: «in masso» ( MP; del resto cfr. p. 258 r. 3, r. 20), R: «in massa»;
p. 258 r. 4: «cominciò l’analisi», R (Co), «comincia l’analisi»;
p. 260 r. 24: «di cui vi ho detto», R: «di cui vi detto».

Ecco il resoconto di questa lezione nella redazione pubblicata sull’Em Novella del 3 e 5 maggio 1872:

Avendo taciuto per qualche tempo, rendiamoci un poco conto del cammino fatto nella disamina dei Promessi Sposi. Noi abbiamo visto innanzi tutto la concezione manzoniana conforme al mondo morale e religioso, e poi questa medesima concezione calata nel minuto mondo positivo e storico, il quale dovendo essere, secondo il Manzoni, illustrato dall’arte, diede origine a quelle appendici od escrescenze di che abbiamo discorso. Abbiamo quindi esaminato l’autore dirimpetto alla sua concezione; e per mostrare il carattere storico della forma del Manzoni, noi determinammo la posizione del poeta con le sue passioni e convinzioni d’uomo di rincontro ad essa concezione, e vedemmo ch’egli