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pria coscienza. La confessione infatti è elevata in una regione più pura, ed il fine che la corona è la conversione. Ed è questo il sentimento che rende un capolavoro quell’incontro del Borromeo e dell’Innominato. Vedete nella dispensa dai voti. Anche Lucia quand’ebbe quella brutta paura, rapita dai bravi dell’Innominato, fa un voto; ebbene quando questo voto si scioglie, non ci vedete la bolla, od altro simile: la parte volgare è annullata, ed il Padre Cristofaro che è divenuto quasi il padre ideale de’ due sposi, scioglie senz’altro Lucia dal voto. Guardate nella predica. Lí non ci avete il predicatore che fa le sue citazioni latine, e che, non alzando il popolo a sé, ma abbassandosi al popolo, ne accarezza i pregiudizii; lí ci trovate il contrario: il Padre Felice che in luogo di compatire a’ pregiudizii di quello, si serve dello spettacolo della peste per innalzarlo ad una regione superiore.

Però la concezione del Manzoni è patriottica, è democratica,- è religiosa, ed aggiungo che dessa è la concezione più semplice che vi sia, potendola voi abbracciare con l’animo d’un solo sguardo.

Ma credete voi, o signori, che tutto questo sia l’arte? Credete voi che basti questa concezione semplicissima d’un romanziere per dire che s’è fatto un bel romanzo?

Noi fin qui esaminammo una concezione puramente intellettuale, esaminammo l’ossatura del romanzo. Ora entreremo nel regno dell’arte, e per entrare in quel regno bisogna realizzare quella concezione. Or bene, Manzoni dice che per realizzarla fa d’uopo mettere quella concezione in un mondo storico, per illustrare quella storia. Come ha ciò fatto il Manzoni? Ha raggiunto egli il suo scopo?

Lezione XI. [Il mondo intenzionale e la concezione dei «Promessi Sposi»]. — Correzione al giornale:

p. 249 r. 25: «nell’organismo» (Co), R: «nell’organesimo».
A p. 250 r. 20 non abbiamo corretto, come gli altri editori, «Paolo» in «Giacomo» (Cook), in quanto l’accenno evasivo che si fa a questo scrittore di viaggi («il capitano Cook») nel saggio sul «Giornale di un viaggio nella Svizzera durante l’agosto del 1854» per Girolamo Bonamici {Saggi critici, ed. cit., I, p. 244), non ci autorizza ad attribuire al Torraca un errore circa il nome, che può essere stato dello stesso De S.. Del resto l’Era Novella ha «P. Cook».

Ecco il resoconto di questa lezione nella redazione pubblicata sull’Era Novella del 23-24 aprile 1872:

Signori,

dopo aver visto il mondo morale e religioso del Manzoni, dopo aver visto il suo mondo poetico, conchiudemmo nella passata lezione che quella non era ancora una forma, ma una concezione.