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358 | nota |
A p. 19 rr. 11-12 abbiamo lasciato, a differenza di tutti gli altri editori, l’erroneo scambio tra Augusto e Federico (Schlegel), evidentemente un lapsus dello stesso De S. (del resto l’errore è ripetuto nella quinta lezione, p. 156 di questo volume). A p. 27 r. 3 abbiamo rispettato la lezione di R:.«bene apparecchiare gli affetti», corretta da tutti i precedenti editori in «bene apparecchiare gli effetti». Per convalidare la lezione di R rimandiamo a p. 26: «Adunque scene ben distribuite, caratteri ben graduati, patetico bene apparecchiato»; frase che si richiama a sua volta a una precedente (p. 25): «La trovavano scucita nelle scene, indeterminata nei caratteri, fredda negli affetti».
III. La materia de’ «Promessi Sposi». — Di questo saggio e del successivo si conserva, come s’è detto, il manoscritto autografo nel fondo desanctisiano della Biblioteca Nazionale di Napoli. Noi l’abbiamo consultato con profitto per correggere alcune lezioni inesatte della Nuova Antologia, ma anche per ripristinare alcune forme arcaiche peculiari del lessico desanctisiano (gittare per gettare, dritto per diritto, maraviglioso per meraviglioso, istrumento per strumento, servigio per servizio), rammodemate da tipografi presumibilmente toscani. Il manoscritto, che presenta una scrittura uguale, chiara e minuta, porta qua e là delle correzioni, e noi ne annoteremo qualcuna che ci è parsa più significativa. Avvertiamo che le citazioni dai Promessi Sposi son ricavate dall’edizione del 1827 che il De S., favorevole alle prime stesure, preferiva a quella del 1842 (cfr. p. 249).
Varianti fra il manoscritto (Ms) e la Nuova Antologia, indicata col numero della pagina e del rigo della nostra edizione: